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Speciale Tsukamoto Shinya
La X edizione dell’Asian Film Festival di Reggio Emilia (16-24 marzo 2012) dedica la retrospettiva a Tsukamoto Shin'ya, che sarà presente al Festival e riceverà un premio alla carriera. In occasione di tale importante evento, Sonatine pubblica le schede critiche di tutti i film di Tsukamoto, che andranno a configurare uno Speciale Tsukamoto sempre consultabile online.
Tetsuo2 Body Hammer (鉄男 II - Body Hammer).Regia, soggetto, scenografia emontaggio: TsukamotoShin’ya. Fotografia: Oda Fumizaku, Tsukamoto Shin’ya,Yokoyama Katsunori. Musica originale: Ishikawa Chū. Effetti Speciali: Ōda Takashi. Interpretie personaggi: Taguchi Tomorowo (Taniguchi Tomoo), Tomioka Keinosuke(Minori), Tsukamoto Shin’ya (Yatsu), Kanaoka Nobu (Kana), Kim Su-jin (padre diTaniguchi), Tezuka Hideaki (skinhead n. 1), Asada Tomoo (skinhead n. 2), Iwata(madre di Taniguchi). Produzione: Kaijyu Theatre, ToshibaEMI. Produttori: Tsukamoto Shin’ya, Koizumi Hiroshi, AiharaHiromi, Kurokawa Fumio, Shishido Fuminori, Takeuchi Nobuo. Durata: 83'. Uscitanelle sale giapponesi: 3 Ottobre 1992.
Taniguchi Tomoo è un anonimo e quieto salaryman checonduce una vita pacata ed ordinaria, insieme alla moglie Kana e al figlioMinori. La sua serenità è però turbata dalla mancanza di memoria dei primi ottoanni di vita, quelli che precedettero la sua adozione, e da un ricorrente edincomprensibile sogno. Un giorno, inaspettatamente, due sconosciuti,dall’aspetto minaccioso strappano Minori ai suoi genitori, all’interno di unenorme e freddo centro commerciale. Anche se ferito, Taniguchi,gettatosi all’inseguimento dei due, riusciràa salvare il figlio. Ma, qualche giorno dopo, il tentativo di rapimento siripete, provocando la morte di Minoru. Taniguchi,deciso a vendicarsi dell’accaduto, è preso dauna furia incontrollabile che genera in lui una vera e propria mutazione fisica.Poco alla volta emergono i ricordi dei suoi primi anni di vita e i delirantiesperimenti del padre che usava come cavie i suoi due figli. La mutazione dauomo a macchina ha così inizio.
Rispetto al precedente Tetsuo The Iron Man (1989), Tetsuo 2 si differenziaperuna maggiore volontà comunicativa che passa attraverso una più chiaraorganizzazione del tessuto narrativo e visivo dell’opera. Pur permanendo unaforte dimensione onirica, questa non impedisce alla sceneggiatura di farsi piùaccessibile. Così come la scelta del colore, in luogo del bianco e nero, conferisceun maggior realismo, pur assai relativo, al racconto e aiuta a comprenderemeglio alcune sue parti. La luce rarefatta che illumina nel prologo la famigliadi Taniguchi sembra volere indicare la dimensione effimera della loro apparenteserenità. I filtri blu che accompagnano le immagini della città ne sottolineanola disumana freddezza. Quelli rossi ricorrono, invece, nelle scene dellafonderia, dove un manipolo di esaltati professamutazioni cibernetiche tramite iniezioni stimolanti. Ogni sequenza del filmporta così con sé una precisa e razionale caratteristica cromatica. Il senso di oppressione e diclaustrofobia dell’uomo soffocato dal cemento dei grattacieli, così caro alcinema del regista, è accentuato dall’uso della macchina a mano e dalle ripresea spalla che comunicano un senso di disagio verso un mondo sempre piùartefatto, e sempre meno carnale e mortale. Anche sul piano sonoro si puòregistrare, rispetto al precedente Tetsuo,un relativo ammorbidimento compositivo ed un più ampio respiro delle melodie.Il musicista industrial Ishikawa Chū ha qui sceltodi assemblare ai rituali campionamenti di fragori metallici, alcune melodie(nondimeno stranianti) perlopiù ottenute da voci femminili processate edeffettate. Alcune di queste sferraglianti ritmiche percussive, vanno poi asovrapporsi e legarsi al battito cardiaco del protagonista, dando così, findall’incipit, adito a dubbi sulla sua effettiva dimensione umana. Se per lacomponente musicale del film, il regista si affida ad alcuni collaboratori,qui, come altrove, riserva a sé e al suo controllo tutti gli altri aspettidell’opera, compreso quello della recitazione, interpretando Yatsu, il demiurgodel metallo. Concepito in forma triconomica (uomo, donna, uomo), come avvienedi frequente nel cinema di Tsukamoto, Tetsuo2 rivela un’evidente influenza proveniente dalcinema e dalla letteratura cyberpunk,e in particolare dal Pasto Nudo(Burroughs/Cronenberg), come testimonia l’importanza preponderante del ruolodel corpo umano, assoggettato alle azioni di macchine artificiali. Lo spunto narrativo della lotta tra due individui,in particolare, contestualizzato in fredde ambientazioni urbane totalmenteestranee al calore umano, sembra voler sottolineare il disperato tentativodell’uomo di esplicitare una sua atavica pulsione, un suo tipico ed istintivo modus che ancora palpita, pur in unarealtà sempre più orientata verso il sintetico. Anche le reminiscenze del passato del protagonista,evocanti un padre a prima vista premuroso ma con la passione delle armi,deturperanno la sua esistenza fino a portarlo all’accidentale omicidio di chiama. Testo 2 tende ad essere piùaperto a diverse possibili interpretazioni di quanto non lo fosse il primo Tetsuo, che si caratterizzava per unimpianto visivo più semplice e ridondante (seppur di forte impatto). Le efferatezze fisico e metalliche non conducono piùad un eros estremo (sfociante nello splatter), bensì a scontri fisici trafigure virili deturpate dal ferroso agente patogeno. Il corpo umano diventa ilsegno di un’esistenza plasmabile e ottimizzabile non solo tramite elementiartificiali, ma anche attraverso un vero e proprio percorso di crescitacarnale. In una scena quasi decontestualizzata dal film, vediamo, infatti, ilnostro padre di famiglia alle prese con sedute in fucine per il rinvigorimento dellamassa muscolare.Lamatrice sessuale e nichilista resta però sempre presente (e lo sarà anche avenire) grazie, nel finale del film, alla scena in cui Kana, bandendo ognitimore e remora, decide di ergersi sul carro armato umano che è diventato suo marito;oppure nella sequenza del sogno rivelatoredel protagonista, in cui suo padre fa sesso con la remissiva madre, aiutandosicon una pistola. Donna-oggetto da un lato, uomo-ordigno dall’altro, accomunatisolo dalla loro componente organica.Solamente nell’epilogo della storia – il flasbackparricida – si giungerà a conoscere la verità di Tomoo e il suo naturale “dono”di potersi trasformare in un mostro metallico. Ciò acuirà lo sconcerto e illivore della setta degli uomini in nero,in grado di trasformare il loro corpo solo attraverso iniezioni di unenzima cibernetico, che determina però anche un offuscamento dell’intelletto edella lucidità d’azione. Degna di osservazione, tra l’altro, la critica diTsukamoto verso la moderna società di massa e dei consumi che, incurante dellasalute umana, ha intrapreso una corsacieca verso un apparente progresso che sa più che altro di involuzione.Certamente si potrebbe osservare che un’eccessivaesplicitazione dell’intreccio narrativo ed una messa in scena globalmente menospigolosa, abbiano privato l’universo della saga di Tetsuo di parte di quell’aura morbosamente estrema che, nel filmdel 1989, aveva spiazzato ed ipnotizzato il pubblico. Tuttavia, non può nonrisultare interessante questo primo vero ampliamento dello spettro espressivodell’autore, in una direzione più umanistica. [Fabio Rainelli]
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