Gli spietati comanche guidati da Nevequaya assaltano un gruppo di soldati. In seguito, armatisi di fucile, iniziano a massacrare gli abitanti di un ranch fino all'arrivo di due volti a noi ben noti: Tex Willer e Kit Carson. I nostri si trovano presto a doversi occupare anche della protezione di una carovana, verosimilmente prossima a un ulteriore assalto comanche.
È questo, in breve, il soggetto ideato da Luca Barbieri, solido, classico e lineare. La prima parte (di due?) di questa nuova storia sembra però a tratti non possedere quel pizzico di complessità a cui ci hanno ormai abituato, ad esempio, gli albi che hanno Mauro Boselli in cabina di regia. E sebbene tale ritrovata linearità possa esser considerata un pregio, anche nell'ottica di quella varietà che è giusto perseguire in una serie di così lunga durata, viste da un'altra prospettiva le nette antitesi che permeano la storia rispondono in qualche modo a esigenze in parte desuete di una precisa identificazione tra buoni (Tex e soci) e cattivi (i comanche) a discapito di un maggior approfondimento tematico e psicologico. Certamente, complice l'ausilio alla sceneggiatura del veterano Tito Faraci, la storia difficilmente deluderà i lettori anche grazie a diverse scene particolarmente a effetto, rese in maniera esemplare dalla mano di Maurizio Dotti.Dotti, apprezzato disegnatore di zagoriana e dampyriana memoria, è un acquisto relativamente recente della scuderia di Tex, avendo sinora realizzato "solo" i disegni della saga di El Supremo (lunga ben tre albi e mezzo, da Tex #637 a #640, e recensita sul sito Lo Spazio Bianco qui), oltre a un vecchio Almanacco del West (1998). Nonostante ciò, Dotti si dimostra talmente a proprio agio con l'universo narrativo di Aquila della Notte da guadagnarsi sicuramente un posto di rilievo tra i disegnatori della testata (traguardo peraltro molto poco semplice da raggiungere, considerando l'agguerrita "concorrenza" composta da disegnatori uno più eccelso dell'altro).Le sue tavole sono caratterizzate da un buon dinamismo nelle inquadrature e riescono a coniugare egregiamente un gusto classico con un'estrema modernità. Il tratteggio che contraddistingue lo stile di Dotti risulta decisamente appropriato alla storia, in particolar modo nel ritrarre i volti dei protagonisti ma senza perdere di vista i dettagli scenici e le ambientazioni.
Insomma, a conti fatti siamo ben contenti di essere stati "citati" nel titolo dell'albo. Perché audacia è sinonimo di voglia d'avventura e noi, come sempre, non possiamo che attendere il mese prossimo per sapere come continua questa storia!Il sommoTEX “Carovana di audaci”NUMERO: 662DATA: dicembre 2015SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO: Luca BarbieriSCENEGGIATURA: Tito FaraciDISEGNI E CHINE: Maurizio DottiCOPERTINA: Claudio Villa