Io sono nato, ho mosso i miei primi passi, sono cresciuto e - forse - maturato con Tex Willer. E vedere, improvvisamente, un'autobiografia del famoso ranger del Texas in libreria, mi ha provocato un mancamento, oltre che un impulso irrefrenabile, o meglio un obbligo, di acquistare subito la chicca editoriale.
Forse utile a chi si accosta oggi al fumetto più longevo di foggia italiana; forse interessante per chi ne sa poco e che è curioso; forse necessario per chi, non più tanto giovane, si era dimenticato le prime avventure di Aquila delle Notte.
Ma perfettamente inutile a chi un po' conosce l'avventuriero del west, la sua storia, i suoi nemici, le sue passioni, le sue sfide.
Rileggere in un po' di pagine la storia di Tex Willer che viene raccolta nei primi - circa - cento albi è scontato, noioso e narrativamente irrilevante.
Già storco il naso quando vedo i romanzi ridotti in fumetti più o meno disegnati bene, ma l'operazione contraria mi sembra una manipolazione narrativa senza né arte né parte.
Libro noioso e un po' inutile.
Non serve neanche per l'esame di storia del fumetto in una fantomatica facoltà del disegno.
Peccato.