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Tfa Speciali tra caos e polemiche

Creato il 04 febbraio 2013 da Propostalavoro @propostalavoro

Tfa Speciali tra caos e polemicheE’ attesa per il 06 febbraio la riunione della VII Commissione Cultura in cui si dovrà decidere della modifica del dm 249/10 che istituisce un Tfa speciale per insegnanti con almeno 3 anni di servizio. Tra caos e polemiche la partita sembra ancora aperta dal momento che, essendo in piena campagna elettorale, i partiti invitano alla prudenza e pd e pdl sembrano voler rimandare la decisione finale a dopo le elezioni.

Ma vediamo nel dettaglio come si intendano organizzare i corsi e i requisiti di accesso previsti e già approvati in Senato. Al Tfa speciale potranno partecipare i docenti che abbiano maturato 3 anni di servizio tra l’a.s. 1999/2000 e il 2011/12 e che non siano in possesso di alcuna abilitazione. Soddisfatti questi requisiti, potranno accedere al corso di abilitazione senza sottoporsi alla selezione iniziale ma vi entreranno di diritto. Il percorso si conclude con un esame finale, con valore abilitante per la classe di concorso prescelta. L’esame consiste nella redazione, nell’illustrazione e nella discussione di un elaborato originale, valutato da un docente del corso e attraverso cui si dovrà dimostrare la piena padronanza delle discipline oggetto di insegnamento. Si consegue l’abilitazione solo se si riporta una votazione superiore a 60/100.

Ricordiamo che i Tfa, istituiti dal precedente governo e avviati soltanto la primavera dello scarso anno dal ministro Profumo, rappresentano al momento l’unico percorso abilitante e l’unica strada per partecipare ai concorsi e ottenere il ruolo. Ricordiamo inoltre che per l’accesso al Tfa ordinario (quindi non quello speciale) i candidati hanno dovuto superare tre prove e tra le migliaia di candidati c’erano anche docenti con più di tre anni di servizio. Se il provvedimento passasse ci troveremmo di fronte a due situazioni che non si fatica a definire inique. Da un lato i docenti abilitati con tre anni di servizio che superano “di diritto” l’accesso al TFA, dall’altro migliaia forse milioni di docenti che negli anni passati pur vantando anni di servizio hanno dovuto superare difficili prove d’accesso per vedersi praticamente riconosciuti gli stessi diritti dei docenti dei Tfa speciali. E cosa ne sarà invece dei futuri aspiranti docenti se adesso si aprono le porte facendo sconti non previsti nel passato? La prima conseguenza che viene in mente è che aprendo senza un controllo preliminare e basato sulla effettiva necessità la schiera dei docenti abilitati si creeranno di nuovo lunghe liste in attesa del ruolo e dove sarà molto difficile inserirsi per i nuovi docenti, visto che i non abilitati non avranno speranze con un numero così elevato di concorrenti abilitati. Certo è che, attualmente, ci sono migliaia di docenti in servizio da anni che a causa del mancato avvio dei tfa non hanno potuto abilitarsi.

Comunque la si metta, la scarsa lungimiranza e poca chiarezza dei governi passati e presenti ha portato il mondo docente nel caos più totale costringendo gli insegnanti a farsi la guerra tra di loro: concorso si vs concorso no, tfa speciali vs tfa ordinari, precari vs ruolo. Finché non ci sarà un percorso unico, chiaro, equilibrato che permette l’accesso all’insegnamento in maniera univoca si potranno solo mettere delle “pezze” come sta succedendo da un anno a questa parte con il ministro Profumo che ha frettolosamente avviato ciò che il governo precedente aveva solo messo sulla carta. Se la si smettesse di cambiare le regole in base ai chiari di luna dei ministri che si succedono, forse la scuola, i docenti e gli aspiranti tali riacquisterebbero un po’ di serenità.

Alessia Gervasi


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