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TFF 2015: HIGH-RISE di Ben Wheatley

Creato il 26 novembre 2015 da Ifilms
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Scritto da Sara Barbieri
Categoria principale: Festival
Categoria: Torino Film Festival 2015
Pubblicato: 26 Novembre 2015
Sienna Miller   Ben Wheatley   Tom Hiddleston   Jeremy Irons  

HIGH-RISE

“Laing aveva dovuto notare attorno a lui una straordinaria quantità di antagonismi appena velati. Il grattacielo aveva una seconda vita tutta sua, poco sotto la schiuma del pettegolezzo professionale si stendeva una dura cappa di rivalità personali. A volte aveva la sensazione che tutti stessero aspettando che qualcuno facesse un grosso errore.”

Londra, anni Settanta. Robert Laing(Tom Hiddleston), medico dall'ambiguo passato, si trasferisce in un avveniristico grattacielo le cui le divisioni di classe sono simbolizzate dallo stanziamento su diversi piani. Dall'aspirante regista Richard Wilder (Luke Evans), confinato nelle zone basse, all'architetto Anthony Royal (Jeremy Irons), creatore del sistema e relegato in una sorta di oasi dorata sulla vetta, passando per la bella Charlotte (Sienna Miller), Laing imparerà le spietate regole dell'edificio, venendo coinvolto in una ribellione destinata a lasciare più di un segno.

Uno dei titoli più attesi del TFF 2015. Dopo i passaggi al Festival Internazionale del cinema di San Sebastián e al Toronto International Film Festival, Ben Wheatley, classe 1972, talentuoso e promettente regista inglese, irrompe nella sezione Festa Mobile della kermesse torinese e si lancia nell'impresa, tutt'altro che semplice, di adattare le pagine dello scrittore James Graham Ballard (Il condominio, 1975), mirando a rappresentare la spietata legge del capitalismo e le sue devastanti conseguenze: il risultato è uno sfrenato apologo di matrice sociologica sul lato bestiale dell'essere umano e sull'inevitabile riciclo storico da sempre connaturato all'idea di Potere. Ambizioni pindariche, realizzazione altalenante; Whitley sa girare, e si vede (magistrale la manipolazione dell'immagine, esaltata da inquadrature caleidoscopiche e rallentamenti ad hoc, funzionali all'impianto narrativo), ma si dimostra incapace di calibrare lo stile ridondante, incappando in ripetizioni stucchevoli ed eccessi a tratti indigesti. L'influenza cronenberghiana (con più di un parallelismo, da Jeremy Irons alla proiezione festivaliera di Crash, presentato all'interno della notevolissima retrospettiva Cose che verranno e ispirato allo stesso Ballard) è evidente, ma è altrettanto evidente la scelta di un iter del tutto personale: mentre Cronenberg tendeva all'essenzialità e al rigore, Whitley si dimostra propenso a sovraccaricare la struttura filmica. Ed è proprio questo il limite maggiore di un'operazione destinata al cortocircuito, proprio come i suoi personaggi.

Un collasso visivo e simbolico che, in ogni caso, non può lasciare indifferenti, sia per l'innegabile coraggio della messa in scena (sesso, disfacimento, putrescenza e morte), sia per le prove di un cast in stato di grazia, trainato dall'ottimo Tom Hiddleston e dal disturbante Luke Evans. Un film sgradevole, imperfetto e innegabilmente affascinante.

Voto: 2/4


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