Se dovessi dire ad occhi chiusi perchè Dario Argento abbia scelto Kinoglaz come suo film della vita punterei tutto sulla sequenza del toro scuoiato ed eviscerato.
Scherzi a parte Argento è molto chiaro quando snocciola i motivi di questa scelta, ed a pensarci bene sono abbastanza comprensibili.
Il cinema di Dziga Vertov è un cinema fortemente sperimentale che gioca tutto sull’arte visiva.
Un cinema che punta sul movimento, sul montaggio, su inquadrature ardite in un momento (il film è del 1924) in cui si pensava a ben altro.
Vertov ha insegnato al nostro come la macchina da presa può diventare un mezzo espressivo.
L’incontro, guidato da Steve Della Casa ed Emanuela Martini è decisamente interessante (come sempre capita quando c’è di mezzo il buon Dario).
E si spazia dai suoi maestri (Fritz Lang, Jacque Tourneur, i film della Hammer - e qui Della Casa si esalta ricordando la retrospettiva di un suo vecchio TFF – e poi naturalmente Ingmar Bergman, Federico Fellini e Michelangelo Antonioni). In sostanza tutto il panorama mondiale del cinema visionario.
Si viaggia poi tra le amicizie di Dario (Mario Bava e Lucio Fulci) e Steve si spertica in complimenti definendo Argento prima il più visionario dei registi italiani dopo Fellini e poi il più citato regista al mondo dopo Hitchcock… sempre secondo, mah!
Non manca una desolante panoramica sul cinema italiano attuale, reputato moribondo “ma fin quando ci teniamo questo governo…”, e due domande sull’attualità di Giallo (“non conoscevo questa produzione americana di cui mi sono fidato”) e su Dracula 3D.
L’ultima, potete immaginarlo visti i precedenti, l’ho fatta io.
Pare che il problema sia che Argento sta facendo un sacco di prove con questa tecnologia ed il film non partirà fino a quando non sarà padrone tecnicamente del mezzo… ha anche convocato esperti un po’ da ogni angolo d’Europa.
Vedremo…