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TFF28 – Hereafter – il paradiso secondo Clint Eastwood

Creato il 04 dicembre 2010 da Soloparolesparse

Così la delusione arriva proprio lì dove non te lo aspetti, dal grande Clint Eastwood.
Ti presenti in sala alle 9.00 di mattina convinto di vedere un filmone ed invece Hereafter è una roba abbastanza noiosa e di cui mi sfugge obiettivamente il senso finale.

TFF28 – Hereafter – il paradiso secondo Clint Eastwood

Tre storie divise tra l’oro fino agli ultimi dieci minuti di film.
Marie è una giornalista francese che si trova coinvolta nell’impressionante tsunami indonesiano. Probabilmente muore per qualche minuto ed al suo risveglio è convinta di aver visto qualcosa di quello che c’è oltre la vita. Questo ovviamente sconvolgerà il suo futuro.
George è un giovane americano sensitivo. Per qualche hanno ha svolto con successo questo mestiere ma poi si accorto di non riuscire a vivere in quel modo ed ha deciso di smettere. Verrà tirato evidentemente di nuovo in ballo.
Marcus è un bambino inglese che perde il fratello gemello in un incidente. La sua vita era già difficile per l’assenza del padre e l’alcolismo della madre. Da solo non riesce a darsi pace.

Come detto le tre storie viaggiano parallele e si incrociano con evidente ovvietà solo sul finale.
Il problema è che il film non mostra nulla di nuovo ed è anche noiosetto.
Il viaggio di Eastwood in una tematica difficile e controversa come la vita oltre la morte rimane molto superficiale, senza alcun tipo di approfondimento.

In fondo sono tre storie qualunque ed il sovrannaturale (se così vogliamo considerarlo) è probabilmente solo il filo conduttore.
Solo che anche così sono tre storielle non troppo intense.

Di cose buone ce ne sono alcune.
Mi ha impressionato ad esempio l’abilità (qui si che c’è la sorpresa) con cui vengono tirati in ballo due eventi reali e disastrosi (tsunami indonesiano e attentati nella metropolitana di Londra) intrecciandosi in maniera forte con la vicenda di due dei protagonisti.
C’è poi la divertente (ma ovvia e scontata) carrellata di sensitivi che Marcus incontra… una manica di cialtroni ognuno con la sua specialità.

Ma ci sono anche un paio di cose davvero sorprendenti in negativo per un regista di questo calibro.

Le sedute di George hanno degli incipit imbarazzanti (“Ho visto un uomo, bruno” “Mio padre”. “Una donna, alta, capelli lunghi, scuri” “Mia madre” – l’avesse detto a me avrei risposto Albano e Romina!).

E imbarazzante è anche il finale, in particolare George seduto al tavolino del bar che immagina l’incontro, il bacio (e il contatto senza danni) con… con chi non ve lo dico, ma il senso l’avete capito.

Nesuna critica per Matt Damon, Cecile De France ed il piccolo Frankie McLaren, che fanno il loro.

Scusate se mi sono dilungato… dovevo sfogare la delusione!


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