I due presidenti è la storia egregiamente raccontata del rapporto tra Tony Blair e Bill Clinton e prosegue sul filone intrapreso da Peter Morgan di narrare Tony Blair (peraltro utilizzando sempre Martin Sheen).
Si comincia con Clinton già presidente e Blair impegnato nella sua corsa politica.
Il primo incontro mette bene in evidenza il massimo rispetto che Blair prova per Clinton, uno che ha le sue stesse idee e prova a metterle in pratica.
Vengono fuori bene anche i piaceri reciprochi, gli aiuti tra due che condividono ideologie e modi di metterle in pratica.
Si passa per l’affare Lewinsky (cui viene dato ampio spazio) che segna la fine politica di Clinton e per la guerra in Kosovo che sancisce il definitivo ribaltamento delle forze tra i due personaggi.
Il film è intenso, mostra con evidenza la crescita di Blair, la sua acquisizione di sicurezza, ma nel complesso (e soprattutto all’inizio) i due presidenti sono tratteggiati come due macchiette e la cosa non può sfuggire.
E poi c’è la presenza forte delle due mogli.
Ingombrante Hillary (che finisce per prendere il sopravvento), più in disparte ma sempre presente Cherie Blair.
In definitiva un bell’affresco che non scopre gli altarini, un racconto per immagini di un rapporto (anche) di amicizia.
Non posso chiudere senza comunicare che Richard Loncraine in sala si è augurato che presto qualcuno faccia un film come il suo anche in Italia e lo intitoli Silvio Berlusconi (penso si riferisse alla parte sulla Lewinsky).