Ormai i koreani si stanno specializzando in vendette e violenza.
I saw the devil è senza dubbio violento, duro, crudo e splatteroso quando è il caso.
Un folle serial killer uccide e fa a pezzettini piccolissimi l’ennesima ragazza.
Il fidanzato, una specie di agente segreto, non la prende benissimo e decidere di rendere pan per focaccia.
La sua vendetta è lenta, lucida e prolungata.
Scova il tipo, lo corca di botte, gli spezza un polso e poi lo lascia andare fornito di localizzatore GPS.
Gli lascia il tempo per riprendersi, poi lo trova di nuovo e gli taglia un tendine…e via così in una vendetta che vuole diventi un incubo.
La cosa curiosa è che il folle si diverte a fare la preda e decide di giocare, ribaltando la vendetta.
Vendetta e controvendetta quindi, in un crescendo di violenza fisica e psicologica che non lascia spazio al pensiero e alla riflessione.
I saw the devil è assolutamente un film sulla vendetta, in tutte le sue sfumature.
Non c’è posto per il perdono, per la logica, per la compassione.
Jee-Woon Kim disegna un affresco sporco e brutale.
Ma il film è anche ricco di particolari interessanti e a volte curiosi.
La sequenza della ricerca dei pezzi del corpo della ragazza è una scena di massa di grande drammaticità.
La figura dell’amico cannibale (uno degli altri maniaci estremi che compaiono) è vagamente ironica e dissacrante.
Non mancano piccoli dettagli che strappano un sorriso amaro (o forse liberatorio) che serve a stemperare la tensione visiva.
E il giochino finale che il vendicatore organizza è di una fantasia malata degna dei miglior torture movie in circolazione (e non parlo di tortura fisica!)
Oh… due ore e mezza di violenza a mezzanotte non sono una passeggiata!