Winter’s bone è una pellicola di tutto rispetto. Difficile credere che Debra Granik sia al secondo lungometraggio, sebbene con Down to the bone avesse già vinto il premio per la regia al Sundance.
Ree vive in qualche zona del moderno West americano (che di moderno ha proprio poco).
A diciassette anni deve curara la casa, i due fratellini e la madre quasi catatonica.
Il padre fa parte dei delinquenti della zona (una specie di mafia organizzata) ed è in carcere… comunque non c’è mai.
Vista la situazione passa anche un bel po’ di tempo ad insegnare ai due ragazzini come si sopravvive.
Il colpo di grazia è che il simpatico genitore paga la propria cauzione ipotecando la casa e poi sparisce.
Per evitare che la casa le vanga tolta Ree decide di scoprire che fine ha fatto il padre e questo la porterà a scontrarsi con le famiglie criminali della zona.
Il film è intenso, ben diretto. La storia avvincente (tratta dal romanzo “Un lungo inverno“).
Jennifer Lawrence è davvero bravissima in un ruolo molto forte ed è facile prevedere un futuro roseo per lei.
Poco da dire per un film che non ha pecche evidenti e riesce anche ad essere avvincente nella ricerca del padre e nel tentativo di capire che fine possa aver fatto.
Ben sviluppati anche i rapporti tra i personaggi, il racconto di un mondo che conosciamo poco o che forse conosciamo solo nei suoi aspetti più folckloristici.
Qualche piccolo errore in montaggio, come il campo-controcampo in cui il bambino ha un cappello che appare e scompare… ma sono finezze.
Il mio voto del pubblico 4/5
Update
Scopro ora che Winter’s bone ha appena vinto il premio come Miglior film e Miglior cast ai Gotham Independent Film Awards 2010, praticamente il maggior premio per il cinema indipendente americano… appunto!