Nessun dubbio che Albert Nobbs sia quasi totalmente una prova attoriale di quelle superbe di Glenn Close.
Tuttavia il film di Rodrigo García funziona anche per la storia raccontata, per le scene, per i costumi e per diverse altre cosine.
Albert è in realtà una donna, ma si finge uomo da decenni per poter lavorare ed ormai è uno dei più apprezzati camerieri di uno dei migliori alberghi della Dublino di fine ’800.
Un giorno però arriva Humbert, imbianchino, ed anche lui col suo bel segreto.
L’incontro tra i due apre nuove prospettive per Albert, che vorrebbe una vita vera, magari con la giovane Helen, invaghita però del bel Joseph.
Le storie dei personaggi continueranno a viaggiare affiancate, intrecciandosi continuamente.
Glenn Close è straordinaria!
Convincente, intensa, ironica, commovente, in grado di portare lo spettatore esattamente dove vuole o dove le chiede la sceneggiatura.
Ma fanno la loro figura alla grande anche Mia Wasikowska, che sfrutta le sue armi, ed una bravissima Janet McTeer, a sua volta assolutamente convincente.
Intorno a loro Garcia sparge una serie di personaggi caratterizzati, dal dottore ai camerieri, alla proprietaria dell’albergo, capaci tutti di lasciare il segno, di ritagliarsi il loro ruolo e di spalleggiare la Close al momento giusto.
Questo cast assolutamente funzionale si muove in delle scene affascinanti, in una Dublino divisa tra ricchi e poveri, a cui toccherà affrotnare anche la febbre tifoide.
Assolutamente straordinaria la scena in cui la Close e la McTeer si vestono finalmente da donne e riescono a mostrare un imbarazzo reale, come se fossero davvero uomini, visto che i loro personaggi hanno fatto quello per decenni.
Il film è da non perdere e non mi stupirei portasse Glenn Close dritta dritta verso l’Oscar.