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TFF29 – Bereavement – un horror classico

Da Soloparolesparse

Ed eccolo qui l’horror classico e perfetto che ogni anno il Torino Film Festival riesce a scovare!
Si intitola Bereavement ed è firmato da uno Stevan Mena attentisimo ai particolari.

Sutter, disturbato mentalmente da un’infanzia non facile, vive nel diroccato macello dove il padre gli ha mostrato per anni il suo lavoro.
Voci che sente solo lui gli impongono di rapire giovani ragazze per poi macellarle.
Un giorno però Sutter rapisce Martin, un bambino che soffre di un disturbo che non gli permette di sentire in nessun modo il dolore, e lo tiene con se.

Anni dopo, nel paese si trasferisce Allison, diciassettenne che ha perso entrambi i genitori e va a vivere con gli zii in un mondo che non conosce e a cui non è abituata.
Durante le sue corse mattutine scopre il macello e i suoi abitanti e finisce per venire ovviamente coinvolta nell’orrore.

TFF29 – Bereavement – un horror classico

Il film è inquietante fin dalle prime inquadrature, grazie ad immagini classiche e ad una musica di accompagnamento molto azzeccata (classica anch’essa).
Belle le luci e la fotografia, molto cupa al bisogno, ottima la scenografia all’interno del macello, un vero luogo degli orrori.

Mena gioca molto con le situazioni classiche degli orror.
Il bambino che praticamente non parla mai (e che – attenzione – non sente dolore), il furgone che segue piano piano le ragazze, la giovane che arriva in un luogo nuovo e molto chiuso in sè, effetti sonori evidenti.
Crude alcune sequenze (quella della ragazza appesa al gancio del macellaio su tutte).
E tutto funziona alla perfezione.

 

Sutter è anch’egli il mostro classico.
L’infanzia difficile gli ha cotto il cervello ed ora agisce per scontare colpe evidentemente non sue.

Inquietanti Brett Rickaby ed il piccolo Spencer List, molto brava (e con due tette da paura) Alexandra Daddario.

Ed in mezzo a tutto questo classicume da horror anni ’80 arriva un finale che sconvolge le regole del genere ed introduce la sublimazione e l’ereditarietà del mostro.
Il finale proprio n on ve lo racconto ma diciamo che lascia aperte le porte ad uno (o più, viste le caratteristiche del nuovo mostro) sequel.

 


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