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TFF29 – Ghosted – la dura vita del detenuto

Creato il 01 dicembre 2011 da Soloparolesparse

Dice Gianni Amelio che Ghosted è un’opera prima che non sembra un’opera prima, ed effettivamente il lavoro di Craig Viveiros è così attento e pulito dal punto di vista tecnico e così convincente per quanto riguarda la struttura e la narrazione che sembra assolutamente un lavoro maturo.

Siamo in un carcere e seguiamo le vicende (lì dentro inevitabilmente comuni) di tre detenuti.
Jack sta finendo di scontare quattro anni ed è stato appena lasciato dalla moglie per telefono.
Clay è una specie di piccolo boss nel braccio, ha i suoi seguaci, fa il duro e non disdegna i culetti dei più giovani.
Paul arriva dal carcere minorile, è dentro per incendio doloso e sembra proprio che il carcere non sia il suo ambiente ideale, così, dopo le prime attenzioni di Clay, sarà Jack a prenderlo sotto la sua ala protettiva.

TFF29 – Ghosted – la dura vita del detenuto

Ghosted è un film duro, completamente ambientato all’interno del carcere, cosa che non lascia mai un momento di respiro.
La tensione è continua, c’è sempre da guardarsi le spalle (anche nel senso diretto dell’espressione), si rischia continuamente una coltellata.

Viveiros riesce a realizzare un lavoro molto forte, a rendere in maniera chiara alcune delle problematiche che nascono in una prigione (inglese in questo caso).
I rapporti tra i detenuti non certo facili, le alleanze, i rapporti (praticamente nulli) con l’esterno e quelli contrastati con le guardie carcerarie.
C’è tutto e tutto raccontato con lucidità e pulizia tecnica.

E poi naturalmente c’è la storia in se, quelle dei tre protagonisti. Ma ciò che importa è la vita lì dentro, al punto che solo di Paul scopriamo nel dettaglio i motivi della sua detenzione.
E li scopriamo perchè sono fondamentali per un finale ad alta intensità drammatica, terribile, capace di rimescolare le carte in tavola, i legami.
Pietra tombale sulla speranza di redenzione per i protagonisti.

E i protagonisti sono un terzetto davvero memorabile.
John Lynch rischia di vincere il premio come Miglior Attore (per quello che ho visto finora andrà a giocarselo con Gilbert Sicotte), Martin Compston è assolutamente convincente, così come Craig Parkinson, cattivissimo nel film e simpaticissimo in sala nel rispondere alle nostre domande.

Senza dubbio il miglior film in concorso visto finora.

Nota.
Martin Compston vince il Premio come Miglior attore


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