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TFF29 – The oregonian – guardando a David Lynch

Creato il 26 novembre 2011 da Soloparolesparse

L’unica cosa certa di The oregonian è che ci troviamo nell’Oregon. Per tutto quanto il resto, incidente compreso, Calvin Reeder ci lascia nel dubbio  che le cose accadano, siano sogni o semplici allucinazioni.

Una ragazza ha un incidente e rimane piantata con la macchina nel bosco (si vede che è periodo).
Comicia a vagare stordita e sanguinante preda di allucinazioni che le fanno incontrare una moltitudine di personaggi incredibili, muti, ghignanit, mascherati, terribili.

TFF29 – The oregonian – guardando a David Lynch

Il montaggio delle prime scene ci fa comprendere come non sarà la successione cronologica degli eventi al centro dell’interesse dell’autore.
E partendo da lì The Oregonian si sviluppa con una serie continua ed infinita di allucinazioni. La ragazza vede luci, sente suoni e poi incontra personaggi che (forse) nascono nella sua mente.

Tra questi la vecchia con lo scialle rosso (che non parla mai, al massimo ride) ed il pupazzo verde che tanta parte avrà nella vicenda.

Un film visivo, visuale, allucinante ed allucinato, in cui le immagini e i personaggi hanno molta più importanza che non la vicenda (ma sarà poi reale la vicenda? l’incidente?).
Avrete capito che Reeder pesca a piene mani (scimmiotta?) David Lynch, dai luoghi ai colori ai (naturalmente) personaggi.

Per un momento, sul finale, viene il dubbio che Lindsay Pulsipher possa svegliarsi da uno svenimento e spiegare così tutte le allucinazioni, ma per fortuna Reeder ci risparmia la banalità e si ritaglia uno spazio di grossa attesa per il suo secondo lungometraggio.

 


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