Thailandia e Cambogia ottobre 2011
Non ricordo una partenza così tormentata per altri viaggi, provocata dal fatto che per caso qualche giorno prima sentiamo un servizio alla TV sulle piene in Thailandia, piove tanto e alcuni fiumi straripano…ci informiamo, pare che succeda tante volte, un po’ come può esserci l’acqua alta a Venezia, ma non siamo tranquilli e prima di partire facciamo una costante osservazione dei siti thailandesi, sentiamo anche qualcuno che abita là e poi prendiamo la fatidica decisione: si va!!
15-16 ottobre. Dopo questa premessa e stanchi dopo 15 giorni di lavoro più intenso del solito, prendiamo il volo della THAI da Malpensa, il gruppo di amici è più o meno lo stesso con il quale siamo stati benissimo sia in Perù che in India, una bella compagnia simpatica, gioiosa, ma anche interessata, puntuale, non noiosa e ben affiatata.
Il volo di 10 ore è piacevole, ottimo il servizio della THAI, cibo e pulizia compresi e riusciamo a dormire un po’ quasi tutti, malgrado sia giorno in Italia, ma è necessario, perché, contando le 5 ore di fuso, arriviamo a BANGKOK all’alba.Usciti dall’aeroporto dove la temperatura è glaciale, affrontiamo subito il caldo torrido, afoso dell’esterno, ma c’è un bel sole che le previsioni non ci avevano prospettato e incominciamo la giornata nel migliore dei modi.
Dopo aver conosciuto la guida RUT, facciamo una tappa per una doccia veloce e la colazione all’hotel, è il ROYAL ORCHID SHERATON in splendida posizione sulle rive del fiume CHAO PHRAYA.
Siamo pronti per la navigazione lungo i canali di BANGKOK (KHLONG) su una piroga a motore, che ci permette di avere un primo approccio della vita sul fiume della popolazione; ci accorgiamo subito che le case sulle rive del CHAO PHRAYA sono a pelo d’acqua, tutti hanno sacchetti di sabbia (sia qui che nel resto della città) davanti alle abitazioni o ai negozi, ma nessuno, assolutamente nessuno, è agitato né preoccupato, sembra tutto normale e la vita di tutti è tranquillissima: bene, siamo più sereni anche noi!
E’ ancora prima mattina quando arriviamo al suggestivo TEMPIO DELL’AURORA (WAT ARUNRAJA WARAM) con un’alta guglia a forma di dito decorato con ceramiche policrome, sulla cui torre si può salire per una ripida scalinata e dalla cui cima si gode uno splendido panorama.
Nel pomeriggio ci dedichiamo alla visita dei più significativi templi buddisti di Bangkok: il TEMPIO DEL BUDDHA D’ORO, dove numerosi fedeli sono in preghiera davanti ai 5500 Kg del Buddha;
il TEMPIO DEL BUDDHA RECLINATO (WAT PO), antico complesso monastico dove un tintinnio continuo delle offerte in moneta al gigantesco
Buddha disteso dorato echeggia per la grande cappella; il TEMPIO DI MARMO (WAT BENCHAMA BOPHIT), che visitiamo quando sono stati appena ordinati alcuni nuovi monaci che troviamo emozionati sulla porta del tempio.
Ceniamo in hotel, ottima la qualità e impeccabile la presentazione del buffet, partendo da gamberi, spiedini di carne e pesce alla griglia, riso, sushi, carne di ogni tipo per arrivare a frutta fresca (papaia, ananas, banane, lychees, dragon fruit) e dolci speciali.
17 ottobre. Dopo aver recuperato perfettamente con un sonno ristoratore la notte precedente in volo, siamo pronti per un luogo emozionante e affascinante, essenza delle meraviglie orientali, il GRAND PALACE, con una miriade di guglie luccicanti, costruzioni ricoperte di lamine d’oro, tegole dai colori smaltati e intarsi.All’interno di bianche pareti merlate troviamo anche la cappella regale del WAT PHRA KEO, il luogo sacro più venerato della Thailandia, dove è custodito il BUDDHA DI SMERALDO.
E’ una mattinata speciale che ci permette di immergerci spiritualmente nell’atmosfera dell’Oriente del nostro immaginario. Torniamo con i piedi per terra alla bella casa, esempio di architettura locale, di JIM THOMPSON, che rilanciò l’industria della seta nei primi anni del Novecento; qui pranziamo con ottimo cibo thailandese.
Il pomeriggio è dedicato alla zona della shopping attorno SIAM SQUARE, regno dell’high-tech e di ogni tipo di prodotto con tappa all’MBK, uno dei centri commerciali più famosi del Sud-Est asiatico che ha assolutamente tutto a ottimi prezzi, preceduti purtroppo sempre da infinite contrattazioni.Le luci della Bangkok notturna ci accolgono mentre raggiungiamo il ristorante sulle rive del CHAO PHRAYA che ha l’acqua assolutamente a pelo.
Caffè al 52° piano del grattacielo THE DOME, da cui si gode una splendida vista della città.
Serata a passeggio per il MERCATO DI PATPONG, in cui è difficile trattenersi dallo shopping selvaggio, perché non ci sono prodotti taroccati, ma proprio borse, maglie e qualsiasi altra cosa fabbricata in Thailandia per gli stilisti di tutto il mondo. I bar attorno al mercato sono le moderne “case da tè”, cioè squallidi locali a luci rosse con numerosissime ragazze molto giovani avvinchiate ai pali.
18 ottobre. Un’altra giornata a spasso per la “città degli angeli”, cominciando dal PARCO DI DUSIT, il quartiere reale voluto dal progressista re RAMA V con il PALAZZO DELLE NUVOLE (VIMANMEK) tutto in tek dorato e giungendo poi al PARLAMENTO, in cui sono esposti decoratissimi troni dorati.
Primo pomeriggio al PALAZZO DELLA LATTUGA, residenza principesca all’interno di un idilliaco giardino e poi passeggiata a CHINATOWN in affollatissime strade ricche di bancarelle e piccole botteghe che vendono i prodotti più strani, da sacchi enormi pieni di sacche natatorie di pesce fritte a infusi di saliva e nidi di rondine a pinne di pescecane a funghi allucinogeni.Bellissimo il gigantesco MERCATO DEI FIORI, tripudio di colori, in cui è in vendita anche tanta frutta, in ordine quasi maniacale.
In tutte le vie della città sono presenti ad ogni angolo numerosissimi banchetti che cucinano inquietanti cibi di piccole dimensioni in pentole luride, molto frequentati dagli abitanti di Bangkok, che pare usino mangiare quasi sempre in questi luoghi (!!).
Ritorno in hotel con un taxi, che costa in 4 meno di 1 solo biglietto della metro a Milano.
19 ottobre. Sveglia all’alba, sulla via dell’aeroporto ancora vegetazione rigogliosa ovunque (e non solo sul fiume), d’altronde ci sono lunghissime stagioni delle piogge e l’umidità è altissima per tutto l’anno. Nei giorni della nostra permanenza a Bangkok in realtà il clima è stato favorevole, ogni tanto c’è stato un acquazzone, ma di non più di 10 minuti, seguito spesso dal sole. Ma l’aspetto più fastidioso non è il caldo, né l’umidità, è l’aria condizionata gelida che si trova in ogni luogo chiuso, che rende necessario portare un golf sempre con sé per evitare la polmonite con tutti questi gran sbalzi di temperatura!!
Ovunque in Thailandia sono presenti gigantografie del re e della regina, che pare siano molto amati dalla popolazione.
Dopo poco più di 1 ora di volo raggiungiamo CHIANG MAI, dove pranziamo in hotel e poi ci dedichiamo alla visita di alcuni templi dal fascino indescrivibile, molto più antichi di quelli di Bangkok e stilisticamente differenti, in particolare il WAT PHRA SING e il WAT JET CHIANG MAM. Dovunque si assapora un’atmosfera di serenità e di pace, ci sono pochi turisti, ma numerosissimi monaci sempre vestiti di arancione intenti a pregare, a passeggiare o a sistemare il tempio: bellissime le statue di Buddha d’oro, di giada o di cristallo, le eleganti sculture lignee, le pagode, le sculture in legno di elefanti.
Cena kantoke seduti per terra a tavoli bassi con musiche e danze tradizionali. Poi sosta ad un enorme mercato serale, dove si vende ogni tipo di prodotto e ritorno in hotel con un taxi-furgoncino, simile ai cellulari per il trasporto dei carcerati.
20 ottobre. Oggi escursione al TEMPIO WAT DOI SUTHEP a 15 Km da Chiang Mai, 100
metri di altezza e raggiungibile con una bella scalinata o con la funicolare; ha stupende strutture dorate, numerose figure di Buddha, il complesso è circondato da tantissime campane e ci sono dei gong da suonare esprimendo un desiderio, tanti sono i monaci che pregano e da qui si gode il panorama della città.Con piccoli pulmini aperti raggiungiamo un villaggio tribale montano, piccolo e molto carino,
in cui bellissimi giardini fioriti e lussureggianti si alternano a coltivazioni di oppio, che sembra trovarsi negli orti come noi abbiamo la lattuga; pare non sia un caso isolato, ma che succeda per tutte le tribù a nord della Thailandia che abitano i pendii montani.
Attraversiamo di nuovo la giungla lussureggiante e torniamo a CHIANG MAI a visitare un altro bel tempio, questa volta costruito in tufo e con i soliti Buddha dorati.
Dopo pranzo tappe in una fabbrica dove si ricava dal baco, si lavora e si tesse la seta e poi in un centro artigianale per la produzione della lacca per il legno (che si ricava dalla resina nera degli alberi di questa montagna). Un po’ di relax e cena in hotel.
21 ottobre. Di prima mattina siamo già ad una COLTIVAZIONE DI ORCHIDEE, splendide
per la varietà di tipi e colori.
Ci divertiamo molto al MAETAMAM ELEPHANT CAMP, campo di addestramento in riva
al fiume con tanti elefanti piccoli e grossi, è suggestivo il giro per la giungla in groppa agli elefanti, diamo loro da mangiare piccole banane e bastoncini di canna da zucchero. Ci sono molti prodotti in carta fatta con la cacca di elefante e acquistiamo un curioso portafoto fatto di questo materiale.Il tragitto per raggiungere HUAY LUEK, un villaggio con un bel mercato di frutta e verdura, si svolge tra piantagioni di banane, papaia, tek, loncan e riso; è una stupenda giornata di sole, calda, ma non torrida.
Pranziamo a THATTON su una terrazza in riva al FIUME KOK e poi prendiamo una tipica imbarcazione dalla quale possiamo ammirare la rigogliosa vegetazione sulla riva con coltivazioni di riso, mandarini, caucciù e ananas e i pescatori sempre sorridenti.
Proseguiamo via terra con sosta al villaggio PADAUNG delle DONNE-GIRAFFA, che usano allungarsi il collo con anelli di ottone che indossano a partire dai 5 anni, fino a ritrovarsi adulte con un collo di 30 cm; sono assolutamente impressionanti, anche perché si mettono in mostra volentieri, cercando di vendere statuine o sciarpe tessute da loro.Ultima tappa della giornata ad un altro villaggio tribale delle colline, dove vivono i MIEAN, popolo dalla serena vita rurale.
Arriviamo per sera al bellissimo HOTEL LEGEND di CHIANG RAI dalla caratteristica struttura della Thailandia del nord e con camere stupende con docce gigantesche che occupano una stanza intera, fabbricate in roccia locale e con giare colme di acqua e petali di rosa (una favola!).
22 ottobre. Attraversando piantagioni di ananas, tapioca, tek, cocco e riso, arriviamo a
MAESAI, nel punto più a NORD della Thailandia, paese di confine con la BIRMANIA, contraddistinto da un’atmosfera da luogo di frontiera e disseminato di bancarelle con pietre preziose e prodotti birmani. Curiosamente beviamo un ottimo caffè espresso (nella campagna attorno al paese ci sono anche piantagioni di caffè).
Arriviamo poi al famigerato TRIANGOLO D’ORO, punto di incontro di THAILANDIA, BIRMANIA e LAOS, zona di produzione e commercio dell’oppio. Siamo sulle rive del possente FIUME MEKONG (che origina dal TIBET e che è lungo quasi 5000 Km) a CHIANG KHONG, è qui che sono stati girati molti films sulla guerra in Indocina, come “Apocalisse now”, “Il cacciatore” e “Good morning Vietnam”. Sul Mekong ci sono in questa zona molti pescatori ed è qui che è stato pescato negli anni ’70 il pesce di fiume più lungo del mondo, di 7 metri ½.
Prendiamo una barca e dall’altra parte del fiume siamo già in LAOS, dove c’è un mercato di prodotti artigianali, tra cui la curiosissima grappa di riso con un cobra all’interno della bottiglia (impressionante e ci sono esposte tantissime bottiglie!).
Salutiamo la Thailandia e la sua popolazione sempre gentile e sorridente e prendiamo l’aereo da CHIANG RAI, facendo scalo a BANGKOK per raggiungere PHNOM PENH.
L’accoglienza in CAMBOGIA è un po’ irritante: visto di 20 dollari, foto segnaletica e impronte digitali di tutte le dita! PHNOM PENH è una città un po’ desolata, le vie sono molto buie e non pare ci sia un’atmosfera troppo allegra in giro, impressione che viene confermata dalla passeggiata che facciamo dopo cena.
23 ottobre. Il sole fa apparire la città sotto una luce diversa, ma è comunque piuttosto decadente e in polveroso abbandono, sono però presenti ampi spazi verdi e un bel lungofiume.
La visita comincia dallo splendido PALAZZO REALE, della fine del 1800 con guglie, templi dorati, bella vegetazione e tantissimi fiori; lì vicino si trova la PAGODA D’ARGENTO, che contiene la statua del BUDDHA DI SMERALDO e un grande Buddha dorato tempestato di 9500 diamanti.
Il MUSEO NAZIONALE espone una collezione di arte KHMER.
Raccapricciante e capace di far sudare freddo la visita al MUSEO DEL GENOCIDIO TUOL SLENG, che testimonia i crimini perpetrati dai KHMER ROSSI in epoca per nulla lontana (dal 1975 al 1979), massacro che contò ben 3 milioni di morti; impressionanti le foto scattate appena prima di morire ai
condannati, gli strumenti di tortura e le celle. Sembra impossibile che la storia non ci insegni nulla e che un genocidio delle proporzioni di quello nazista si sia potuto perpetrare senza che il mondo sapesse niente…
Pranziamo in un bel ristorante in riva al fiume dove i cibi ci vengono serviti in ciotole di legno su foglie di banana e poi prendiamo l’aereo per SIEM REAP sorvolando una campagna che appare molto allagata. Cena al bell’HOTEL TARA.
Passeggiata serale al NIGHT MARKET, che raggiungiamo con un risciò trainato da una motoretta, anche qui c’è ogni genere di oggettistica artigianale oltre a magliette e sciarpe caratteristiche della Cambogia a quadrettini (chiamate KRAMA) che non possiamo fare a meno di acquistare. Nella zona del mercato ci sono tantissimi che fanno massaggi ai piedi o al collo su sdraio per 2 dollari (pare che i migliori siano i ciechi specializzati nel massaggio) e grosse vasche di pesci nelle quali si possono immergere i piedi per la pulizia delle pellicine (noi ci chiediamo: ma quando i pesci capiscono che è ora di finire di pasteggiare con i piedi?).
24 ottobre. I giorni forse più emozionanti del viaggio cominciano in sella alla bicicletta, partiamo di prima mattina tutti insieme con la nostra bravissima guida, siamo un bel gruppo allegro e pieno di sprint e percorriamo alcuni chilometri fino ad arrivare al grandioso complesso dei TEMPLI DI ANGKOR, l’antica capitale del potente IMPERO KHMER che per 5 secoli (dal IX al XIII secolo) dominò un vasto territorio del Sud-Est asiatico.
La città reale di ANGKOR THOM ci accoglie con le statue di demoni e divinità che decorano il ponte (posto su un gran fossato che circonda la città, un tempo infestato dai coccodrilli) e subito siamo colpiti dalla grandezza mistica e dal miracolo architettonico del sito, che culmina nel BAYON, reso famoso dai giganteschi volti raggianti e dalle espressioni pacifiche. Si tratta di un tempio-piramide a 3 piani con oltre 2000 enormi facce scolpite lungo tutta la struttura e con mura ornate da bei bassorilievi. Sono presenti molte figure simboliche ricorrenti, tra cui soprattutto i NAGA o serpenti sacri, venerati in tutto il Sud-est asiatico, le APSARA, creature tentatrici, massimo ideale di bellezza femminile e il LINGA, simbolo fallico di Shiva.
Comodo e divertente è il trasferimento in bici fino alla TERRAZZA DEGLI ELEFANTI, al TEMPIO TA KEO in arenaria fino all’incantevole TA PROHM, immerso nella giungla, dove la vegetazione abbraccia con i suoi tentacoli il tempio, suggerendo l’aspetto che tutto il sito doveva avere al tempo della scoperta da parte dei francesi nel 1860.
Il caldo è torrido, c’è afa, il sole è splendido e c’è una grande umidità, comunque penso che la fine di ottobre sia un ottimo periodo per visitare Angkor, perché la vegetazione è lussureggiante e rende la giungla e il tesoro archeologico del complesso di Angkor ancora più suggestivi.
Nel pomeriggio cambiamo mezzo di trasporto e usiamo i TUC-TUC, con i quali visitiamo l’antico PRASAT KRAVAN del 921 in mattoni e il TEMPIO BANTEAY KDEI che, come TA PROHM, si è conservato praticamente nello stato in cui è stato riscoperto, con gli enormi alberi di KAPOK che affondano le loro radici sui tetti e sulle pareti, mostrando come la natura sovrasti l’abilità umana.
Tramonto (un po’ deludente in realtà perché non si vede sullo sfondo la sagoma dei templi) al tempio-montagna di PRE-RUT.
A cena continuiamo ad assaggiare la cucina khmer che ha delle somiglianze con quella thai, evitando alcuni eccessi come il formaggio di pesce con formiche rosse o ragni e grilli fritti o PRAHOK (pasta a base di pesce fermentato) e preferendo riso, noodles, pesce, frutti di mare e l’ottima frutta (soprattutto banane, ananas e jack fruit), mentre i dolci sono quasi sempre delle gelatine non troppo gustose.
Ci rilassiamo dopo la stupenda, ma faticosa giornata con un bel massaggio ai piedi…
25 ottobre. Prima emozione della mattinata è la vista che possiamo godere del complesso di Angkor dopo essere saliti sulla MONGOLFIERA; il sito in realtà è immerso in un po’ di foschia, mentre molto belle sono le distese di risaie e palme a perdita d’occhio.
Ed ecco il più grande edificio sacro del mondo, ANGKOR WAT che pare sia sempre stato abitato da monaci buddisti. Fenomenale e molto ben conservato è l’inestimabile tesoro scultoreo dei BASSORILIEVI lungo i muri della galleria esterna, mentre purtroppo la maggior parte delle sculture e delle decorazioni di tutto il sito di Angkor sono state saccheggiate e mutilate prima dai francesi, poi dagli khmer rossi e poi da vari ladri e depredatori (sembra con la collaborazione dei custodi) fino a pochissimi anni fa.
Passeggiamo per il complesso sotto il solito sole cocente in compagnia di scimmie saltellanti e di numerosi bambini bellissimi che vendono braccialettini o cartoline con gentilezza e sempre con un sorriso.
Nel pomeriggio percorriamo una trentina di chilometri a Nord di Angkor tra case tutte a palafitte (per proteggere dall’acqua e dai serpenti), onnipresenti risaie e palme, bici e moto cariche all’inverosimile di qualsiasi cosa, dall’erba alle galline, addirittura ai maiali (3 per moto!) da portare al macello; le moto caricano spesso 3 persone, a volte anche 5!!!
Arriviamo al meraviglioso TEMPIO BANTEAY SREI (CITTADELLA DELLE DONNE) con sculture e decorazioni in arenaria rosa di splendida fattura, contornato da un fossato punteggiato di ninfee. La suggestione del luogo è amplificata dal fatto che ci sono pochissimi visitatori, c’è un gruppo di bravi musicisti di sottofondo e svolazzano vari pappagalli.
Sosta in un villaggio sulla strada di ritorno, dove, come dovunque in Cambogia, tanti bambini di ogni età giocano con nulla, non possiedono giocattoli, ma si divertono con quel poco che hanno e sono sempre pronti a sorridere; spesso bambini anche dell’età di mia nipote (3 anni) vendono piccole cose o aiutano gli adulti nei lavori dei campi. Ho notato (al contrario dell’India), pur nella povertà di questi villaggi, un certo ordine, la spazzatura raccolta e un senso della pulizia.
In serata spettacolo di danze tradizionali APSARA; per noi è un po’ noioso, ma è una tradizione molto importante per il popolo cambogiano, da conservare dopo che gli khmer rossi l’hanno osteggiata con forza.
La nostra ottima guida ci ha consigliato, per meglio capire lo spirito e la storia cambogiana, la lettura di 2 testi in italiano: “Angkor è perso nel tempo” e “Fantasmi” di Terzani, unitamente al classico film “Urla del silenzio”.
26 ottobre. La mattinata ci riserva la bellissima sorpresa del contatto con la popolazione rurale locale prima di un paese sulla strada e poi dei VILLAGGI GALLEGGIANTI sul TONLE SAP, il più grande lago di acqua dolce del Sud-est asiatico quando finisce della stagione delle piogge come ora; è unico ed alimenta la più grande pesca interna del mondo.
C’è acqua dovunque, anche sulla strada per raggiungere la piccola imbarcazione che ci
porterà al villaggio, infatti il tuc-tuc deve entrare nell’acqua e guadare più volte.La vegetazione è incredibilmente rigogliosa, il lago è enorme con case a palafitta di cui non si vede più la parte bassa e per alcune si vede solo il tetto, i bimbi fanno il bagno felici nei canali melmosi o aiutano i genitori a pescare o si spostano da una casa all’altra remando all’interno di una tinozza.
Ci fermiamo su una palafitta dove ci sono alcuni coccodrilli, un cucciolo di tigre, grandi uccelli; la quantità di pesce pescato è enorme.
Dopo il pranzo a SIEM REAP visitiamo una fabbrica di prodotti artigianali in legno e ci prepariamo al ritorno via Bangkok, sempre con l’ottima compagnia THAI, che ci permette una nottata perfetta sia per l’impeccabile servizio sia perché l’aereo non è pieno ed è possibile dormire sdraiati…
Grazie ancora una volta a tutti i nostri fenomenali compagni di viaggio, che con il consueto affiatamento hanno reso sereno ogni istante in terra asiatica.
Le emozioni di questo viaggio sono state profonde, molto toccante è stata l’esperienza cambogiana, la cui popolazione (sempre giovane perché i più anziani non ci sono più in quanto sono stati uccisi dagli khmer rossi) è semplice, triste di fondo, ma pronta a reagire, a sorridere e a guardare al futuro.
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