INCASTONATE NEL CEMENTO OLTRE UN MILIONE DI BOTTIGLIE costituiscono i pavimenti, i porticati e le pareti del tempio, delle case dei monaci, di una pagoda e persino del forno crematorio, oltre che delle toilette per i turisti. Non si scoloriscono, illuminano gli interni e sono facili da pulire, hanno raccontato entusiasti i monaci creativi.E poiché qui nulla si distrugge ma tutto si trasforma, allora anche i tappi hanno avuto la loro metempsicosi. Sono rinati a migliaia nelle decorazioni e nei variopinti mosaici che abbelliscono le porte dei templi. Anche il mosaico più grande, quello che troneggia alle spalle della statua del Buddha, è interamente fatto di tappi.Lunga vita agli oggetti, dunque. Mille vite ancora anche per loro, in questo tempio buddista dove i materiali di scarto sono diventati un’opera d’arte.
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Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio