Thank You For Smoking , su Rai Movie stasera alle 21,00

Creato il 25 settembre 2010 da Ludacri87
Questo film, l'esordio di Jason Reitman, l'ho rivalutato di recente. Non che ne avessi un'immagine negativa, va detto. L'ipocrisia del divieto di fumo, così come lo yuppismo dilagante e senza vergogna sono due tratti distintivi di una società puritana e proibizionista, ma anche arrivista e crudele. E Reitman è l'uomo giusto per arrivare ad una visione che sia frutto di questa sintesi. A differenza del noto "Juno", più incline ad un atteggiamento defilato e superpartes, in questo caso, così come nel recente "Tra le nuvole", Reitman si indirizza tra i due opposti atteggiamenti e li demolisce entrambi, non mancando di lasciare allo spettatore una possibilità di formulazione personale di opinione. E' un film cinico e acido, ma anche vero e spietato. Per raggiungere il suo obiettivo, non ha paura di elencare paradossi, nè di snaturare la realtà umana, nè tantomeno ha paura di mettersi contro qualsiasi istituzione del paese e contro la sua ipocrisia. Il potere politico, con il Senatore del Vermont, William H. Macy, una sorta di MacCarthy contro il fumo, che propone la sostituzione digitale delle sigarette nei film degli anni d'oro di Hollywood, dimenticandosi di essere il maggior azionista di una casa produttrice di formaggi, a loro volta responsabili della piaga obesità-mortalità del paese, il giornalismo nelle mani della seduttiva Katie Holmes, i rappresentanti del settore armi e alcolici, David Koechner e Maria Bello, i talk-show spazzatura, la pubblicità e i messaggi subliminali dei mass-media e, in particolare, dei produttori cinematografici, sono inseriti nello stesso marasma, con responsabilità affini e interdipendenti, alimentate dalla fame di profitto. Lo stesso Nick Naylor è una semplice pedina del sistema e suo capro espiatorio. Paradossale, quando davanti a dei ragazzini, nella classe del figlio (interpretato da Cameron Bright), Aaron Eckart (il protagonista, ndr) spinge a provare, per la prima volta il fumo, incapace di non assecondare la sua anima pubblicitaria. Il film si concentra anche sulla vita personale del "lobbista". Reitman ha l'ardire di concatenare tutte le tematiche, usando un linguaggio personale e altamente accattivante, e realizza un ennesimo atto d'accusa generalizzato, cercando di mostrare come le sfumature siano più importanti delle "presunte realtà".

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :