The Adventure of the Yellow Sign

Creato il 04 giugno 2015 da Theobsidianmirror
Cercami là dove la morte spesso risiede, nelle tenebre mai toccate dal sorgere dei soli, là dove dimorano le ombre nella cupa Carcosa. La corona d’oro e le vesti gialle del re brillano ancora più dell’astro calante, che affonda e muore nell’oscura Carcosa. E qui, se vi sarete uniti a me, dove il lago di Hali incontra il mare, faremo luce sul mistero della perduta Carcosa. Il Re in Giallo è risorto, il mondo è iniziato così che possa finire, nei sospiri e nei pianti, là nella temuta Carcosa Uno strano glifo è entrato in scena per la prima volta qualche mese fa, un glifo la cui importanza, ai fini della comprensione dei vasti scenari che lentamente si stanno svelando, è a dir poco fondamentale. Nel racconto “The Yellow Sign” esso veniva descritto come “Un fermaglio di onice nera, su cui era intarsiato un curioso simbolo, forse una lettera, in oro. Non era né arabo né cinese, né, come avrei scoperto in seguito, apparteneva a qualsivoglia lingua umana.” Avevamo distinto due facce dell’elemento che oggi conosciamo come “segno giallo”: da una parte esso si direbbe essere il simbolo che identifica la dinastia reale a cui la nostra mitologia fa riferimento, dall’altra parte sembra essere l’ennesima porta che mette in comunicazione questo mondo con un mondo alternativo di terrore e di follia. Si direbbe che chiunque venga in contatto, anche per caso, con il segno giallo sia suscettibile di una qualche forma di controllo mentale, probabilmente da parte di un’entità che, semplificando, potremmo identificare come il Re in Giallo. Non è forse un caso se, nel racconto di cui parleremo oggi, si farà più volte riferimento all'homunculus, la leggendaria figura alchemica citata da Paracelso, che richiama alla mente numerosi personaggi del fantastico e dell'immaginario, dall'antropomorfo Golem della tradizione ebraica, al mito greco di Galatea e Pigmalione, sino al mostro di Frankenstein di Mary Shelley.
Il racconto di Chambers, come abbiamo visto, suggerisce che il creatore originale del segno non sia umano e che forse proviene da una strana dimensione alternativa, una dimensione sulla cui geografia abbiamo già raccolto qualche indizio negli articoli precedenti. Sappiamo dell’esistenza del lago di Hali, sulle cui acque si specchia un’antica città dai contorni inquietanti conosciuta come Carcosa. Il paesaggio circostante è anch’esso quantomeno bizzarro: illuminato di giorno da due soli gemelli che la notte lasciano il posto a stelle nere e a strane lune che ruotano nel cielo. Oggi ritroviamo il Segno giallo tatuato alla base della schiena di una meravigliosa ragazza capitata per caso al 221B di Baker Street, a Londra.
L’indirizzo vi dice qualcosa? Sì? Ne ero certo. Tra i tanti racconti apocrifi dedicati al più grande investigatore di tutti i tempi ce n’è uno in particolare che facciamo nostro e che inseriamo di diritto in questa lunga serie di articoli dedicati agli Yellow Mythos: il suo autore è G. Warlock Vance, scozzese, professore di letteratura americana, grande esperto di Mystery Fiction e autore, oltre che di numerosi articoli di critica letteraria, anche di diversi tra racconti, poesie e saggi. Il titolo del racconto è “The Adventure of the Yellow Sign”, chiaro omaggio al ben più celebre racconto “The Adventure of the Yellow Face” di Sir Arthur Conan Doyle, ed è facilmente reperibile, in lingua inglese, su Amazon et similia al costo di un caffè. Davvero singolare la coincidenza che il mio incontro con il racconto di G. Warlock Vance sia avvenuto quasi contemporaneamente al sopraggiungere di una recente notizia apparsa sul Telegraph nella quale si annuncia il rinvenimento di un racconto inedito di Conan Doyle, con protagonista il famoso investigatore, nell’attico polveroso di una vecchia magione scozzese. Una semplice coincidenza o un sinistro scherzo degli Yellow Mythos, che il sottoscritto sta cercando da (quasi) due anni di scardinare dei propri segreti? 
Il simbolo cui accennavamo poco fa appare strano, tatuato sottopelle in maniera decisamente inusuale. Watson, il fedele compagno di Sherlock Holmes, così lo descrive: “Era uno strano tatuaggio, sembrava quasi come se la pelle stessa fosse stata dipinta, anziché punzonata con un ago. Anche i colori utilizzati erano inusuali per un tatuaggio: un verde brillante per il contorno e un giallo canarino per la parte interna. Nulla da dire sul suo significato, forse il carattere di un qualche linguaggio sconosciuto.” È naturalmente Sherlock Holmes a mettere il suo compagno e, di conseguenza, il lettore, sulla buona strada, suggerendo ad Watson di prelevare dalla libreria un volume dal dorsino giallo: “È il Re in Giallo, uno dei libri più pericolosi che siano mai stati scritti”, dice l’investigatore. Sul libro lo stesso simbolo, con una didascalia che recita: “Con questo segno li riconoscerai” e in caratteri più piccoli, vicino al bordo della rilegatura, le parole “Il segno giallo”. 
La ragazza sulla quale il tatuaggio fa bella mostra di sé non può essere d’alcun aiuto perché… giace morta. O, almeno, giace in una sorta di morte apparente che non tarderà a svanire. Ma a questo punto una delle due ipotesi è già avvalorata: il Segno Giallo è un simbolo che identifica la dinastia reale, esattamente come ci suggeriva Robert W. Chambers nel suo racconto “Il riparatore di reputazioni” del quale abbiamo già ampiamente parlato in precedenza. È proprio dal “Riparatore” che G. Warlock Vance pesca a piene mani facendo propria la mitologia gialla. Nel giro di poche pagine egli introduce al lettore la nemesi di Sherlock Holmes, il Professor Moriarty, che qui compare, per interposta persona, tramite un oscuro “painter of wonders” dal non casuale nome di Gibson Chambers! Sarà proprio nell’abitazione di Chambers, trasformata in un teatro, che verrà messa in scena la definitiva rappresentazione del “Re in Giallo”. Ed è qui che viene confermata anche l’ipotesi che il Segno giallo possa (anche) essere una porta di comunicazione tra due mondi, quello reale, nel quale tutti viviamo, e quello di oscurità e terrore dove regna il Re in Giallo: il folle adoratore del malvagio sovrano cercherà di portare l’oscurità su questo mondo, con il forzato aiuto di Holmes e di un antico rito a lui solo conosciuto, proprio attraverso un segno giallo dipinto sul palco e ivi incendiato. “Egli arriverà. Ho compiuto tutte le operazioni necessarie, tutto ciò che il rituale prevede. Colui che non può essere nominato arriverà. Pazzo io? Vedremo chi è il pazzo prima che questa notte sia terminata“. Naturalmente il finale vedrà Holmes avere ragione della sua nemesi e, almeno per stavolta, l’infame regno del Re in Giallo non invaderà la nostra terra. Ma per quanto?


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