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The Amazing Spider-Man (3 D)

Creato il 10 luglio 2012 da Af68 @AntonioFalcone1

The Amazing Spider-Man (3 D)Dopo la visione di The Amazing Spider-Man sono uscito dal cinema alquanto confuso e, soprattutto, scontento, continuando a rimuginare su cosa non mi avesse particolarmente convinto, canticchiando, a mo’ d’amena consolazione, Hanno ucciso l’Uomo Ragno (883, ’92), per poi semplicemente constatare come in me fosse ancora vivo il buon ricordo della trilogia di Sam Raimi (iniziata nel 2002, proseguita nel 2004 e conclusa nel 2007) dedicata al caro vecchio Spidey, personaggio nato nell’ agosto del 1962 per i tipi della Marvel (ideato da Stan Lee, matite di Steve Dikto, n. 15 della serie Amazing Fantasy).

The Amazing Spider-Man (3 D)

Tobey Maguire


merchandising

The Amazing Spider-Man (3 D)
La sensazione è che regista (Mark Webb) e sceneggiatori (Alvin Sargent, Steve Kloves, James Vanderbilt), dopo un po’ di “sane letture” (Ultimate Spider-Man), siano andati a scuola da Christopher Nolan, applicandosi a fondo nello studiare il suo Batman Begins (2005), mitigandone i risvolti più cupi con un pizzico di Smallville (la serie tv, 2001-2011, dedicata al collega Superman): ecco allora l’adolescenza tormentata del liceale Peter Parker (Andrew Garfield), pesantemente preso in giro dai suoi compagni, l’ amore inespresso per la ripescata Gwen Stacy (Emma Stone), l’infanzia infelice, con i genitori in fuga che l’affidano agli zii paterni Ben (Martin Sheen) e May (Sally Field). Il babbo infatti, valente scienziato, era coinvolto in un esperimento d’ingegneria genetica, insieme al Dr. Curt Connors (Rhys Ifans), del quale il nostro farà presto conoscenza grazie al casuale ritrovamento di una valigetta paterna, mentre il destino tesserà la sua tela …

The Amazing Spider-Man (3 D)

Dr. Connors/Lizard

mad doctorcomputer graphics
The Amazing Spider-Man (3 D)

Andrew Garfield ed Emma Stone

Pollice non propriamente verso, in conclusione, grazie ad una buona messa in scena ed una certa ironia di fondo, ma Spider- Man per festeggiare degnamente le sue cinquanta primavere avrebbe certo meritato una torta meglio confezionata, tanto come scelta degli ingredienti, quanto, in particolare, del loro accostamento, maestria necessaria a far sì che se ne conservi il ricordo a livello di papille gustative e si possa essere effettivamente tentati dall’assaggio di una seconda fetta.


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