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Scontento del risultato di "Spider-Man 3", del quale non aveva apprezzato in primis la scelta dei tre villain, Sam Raimi rifiuta di scendere nuovamente a compromessi con la Sony e di realizzare quindi uno "Spider-Man 4" in tempi strettissimi, entro l’estate 2011. I contrasti tra regista e produzione proseguono per molto tempo senza sosta, arrivando a coinvolgere persino il protagonista Tobey Maguire che al termine dell’ennesima frizione si ritrova ad esser fatto fuori insieme al collega Raimi. L’esclusione dei due pezzi da novanta costringe la Sony a riavviare il franchise e a scrivere una storia obbligata a ripartire da zero ingaggiando un cast d'attori completamente inedito.
Eseguire il reboot di una saga ad appena dieci anni di distanza è un operazione oltremodo incomprensibile, giustificata solo dalla conseguente perdita dei diritti sul personaggio che la Sony avrebbe subito dalla Marvel nel caso in cui avesse deciso di attendere qualche anno in più per riportare l’uomo ragno al cinema. “The Amazing Spider-Man” partiva perciò da una posizione svantaggiata rispetto a quella di qualsiasi altro cine-comic, e non solo perché la trilogia di Raimi era ancora scolpita chiaramente nelle nostre teste ma soprattutto perché era portatrice di una qualità decisamente altissima (terzo capitolo a parte) da eguagliare.
Al regista Marc Webb (“500 Giorni Insieme”) in primis va riconosciuto allora di aver accettato una sfida rischiosissima, che senza via di scampo avrebbe messo a confronto il suo operato con quello del suo predecessore. Sfida in parte vinta, se consideriamo che “The Amazing Spider-Man” per staccarsi il più possibile dal divenire un vero e proprio remake concede molto spazio alla vita affettiva legata alla figura di Peter Parker e principalmente al suo rapporto con la compagna di liceo Gwen Stacy (interpretata da una grandiosa Emma Stone), nuova fiamma e primo vero amore di Parker nei fumetti. La sottotrama romantica che va a crearsi tra i due è istantaneamente coinvolgente e nettamente migliore della vecchia, alcune scelte di sceneggiatura intelligentissime inoltre promettono di renderla ancor più promettente soprattutto per quanto riguarda il futuro della storia (destino di Gwen permettendo).
Concepito volutamente sin dall’inizio con sfumature e toni dark, durante la pre-produzione di questo Spider-Man insistevano voci riguardanti un progetto che volesse ricalcare il lavoro fatto da Christopher Nolan con Batman. E’ evidente che quanto detto fosse assolutamente sbagliato visto che i due prodotti non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro. Il Peter Parker del bravissimo Andrew Garfield ha sicuramente un alone cupo estraneo rispetto a quello interpretato da Tobey Maguire (e forse l'interpretazione di Garfield è pure un gradino migliore), e il suo convivere in solitudine (nessun migliore amico), tormentato e sostenuto solo da sé stesso, Zio Ben e Zia May lo stacca a sufficienza dall’immaginario in cui eravamo abituati a vederlo, tramutandolo anche in una personalità enigmatica.
Ma è pur vero tuttavia che la scansione della storia appare comunque troppo fotocopiata, la sceneggiatura scritta da James Vanderbilt, Alvin Sargent e Steve Kloves cambia leggermente le dinamiche dei fatti ma non i passaggi e, a conti fatti, si ha troppo spesso l’impressione di stare a vedere il medesimo compito eseguito da un alunno diverso con la differenza sostanziale di avere di fronte un Peter Parker meno responsabilizzato del precedente.
Di conseguenza la vera e propria innovazione, o la più rilevante almeno, rimane il 3D: appagante durante i salti del supereroe tra i palazzi di New York e maggiormente quando ci viene proposto nelle visuali (poche) in prima persona. Passati dieci anni la tecnologia ha emesso passi da gigante e la modernizzazione è palpabile a livello visivo in “The Amazing Spider-Man”, ciò aiuta a rendere il suo spettacolo a dir poco eccezionale.
Tanto di cappello a Marc Webb insomma per aver realizzato un blockbuster coi fiocchi, nulla di sconvolgente ma intrattenimento allo stato puro di prima categoria. L’unico neo è stato l'esser venuto subito dopo Sam Raimi, una grana che ridimensiona di gran lunga le prospettive del suo film. In finale per capire meglio dove potrà arrivare questo nuovo Spider-Man sarà necessario attendere il proseguo della storia, nel frattempo siamo costretti a promuoverlo ma affibbiandogli una piccolissima riserva.
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