Qualche informazione sul regista Cory McAbee. Classe ’61, nato in California (beato lui), si legge nella sua biografia che la laurea gli è arrivata come atto di carità visto che non lesse mai un libro fino a 25 anni. La svolta avviene quando incontra Bobby Lurie con il quale mette su una band musicale, le cose non vanno benissimo e i due si separano per poi ritrovarsi nell’89 con la creazione di un gruppo tutt’ora esistente denominato The Billy Nayer Show. Inoltre McAbee fonda col suo socio la BNS productions attraverso la quale vengono prodotti alcuni cortometraggi che lo portano a questo The American Astronaut (2001) dove è anche attore principale. Nel 2007 si compra il primo cellulare della sua vita e due anni dopo firma il secondo lungometraggio Stingray Sam.
La poliedriticità di questo autore che spazia dalla professione di musicista a quella di cartoonist, si riverbera anche nella pellicola, che, come accade spesso e volentieri a chi vive trasversalmente l’arte in generale, non è etichettabile. Ci troviamo alle prese con un’opera eterogenea che sfugge praticamente da subito alle costrizioni fantascientifiche, con una veste estetica davvero notevole, disseminata da momenti volutamente ingenui come i balletti degli uomini che cantano canzoni d’amore o la navicella di cartapesta che si muove su uno sfondo nero nei suoi viaggi interplanetari.
Di pecche a mio modo di vedere non ce ne sono, quello che McAbee si era posto come obiettivo lo riesce ad adempiere fino in fondo poiché il film (in)trattiene con leggerezza e fascino visivo.
Consigliato.