Finalista 2013 al premio letterario internazionale “Città delle Volpi”
Prendiamo atto dalla stampa specializzata che il volume recensito alcuni mesi orsono da questo blog è stato segnalato alla giuria internazionale che proclamerà nel week end il vincitore.
Il libretto è una spassosa parafrasi della celeberrima allegoria Orwelliana opera dell’autore coreano Pirl Jae-Sunt che negli ultimi mesi ha spopolato in rete e, attraverso wikiponga, è stato tradotto in oltre 20 lingue.
Lo spassoso romanzetto è ambientato in una fattoria chiamata Phonzellae dove c’è grande armonia tra gli animali sino a quando non arriva una nutria trasfertista, con baffi finti e occhiali, mandata dal misterioso fattore, certo Walnut, per convincere gli animali ad abbandonare il padrone per passare, con l’inganno, a un misterioso sfruttatore esotico.
La nutria si presenta una mattina nella fattoria con fare baldanzoso e supponente e nell’incredulità generale di tutti gli animali scava una grossa tana al centro della fattoria e la stessa sera convoca, in gran segreto dal padrone, una riunione di fattoria per convincere gli animali a ribellarsi al motto di “da ognuno secondo le mie capacità, a ognuno secondo i miei bisogni”.
Fatto l’appello e verificata la presenza completa degli animali incuriositi all’assemblea, la nutria prende la parola e inizia a leggere il suo decalogo:
Se c’è qualcosa che ho fortissimamente voluto, questo è solo il vostro benessere;
Se c’è qualcosa che ho fortissimamente voluto, questo è solo il vostro futuro;
Se c’è qualcosa che ho fortissimamente voluto, questo è solo la vostra libertà;
Se c’è qualcosa che ho fortissimamente voluto, questo è solo il vostro voto;
Se c’è qualcosa che ho fortissimamente voluto, questo è l’acqua calda nella fattoria;
Se c’è qualcosa che ho fortissimamente voluto, questo è lo spread sotto 300;
Se c’è qualcosa che ho fortissimamente voluto, questo è le olimpiadi nella fattoria;
Se c’è qualcosa che ho fortissimamente voluto, questo è il mondiale di calcio nella fattoria;
Se c’è qualcosa che ho fortissimamente voluto, questo è l’oceano pacifico nella fattoria;
Se c’è qualcosa che ho fortissimamente voluto, questo è farmi passare la diarrea che perdura da metà gennaio.
Mentre la nutria declama i suoi precetti e propone agli animali le primarie di se stessa per acclamazione e senza la seccatura del voto, gli animali cominciano ad avere qualche sospetto: l’oca dice al coniglio “non sarò un’aquila, ma qui c’è qualcosa di strano”; il tacchino dice all’asino “sono un pito, ma son mia cojon”; l’asino dice al gallo “sono un asino ma non vorrei fare la fine del maiale”; interviene la pecora: “ragazzi, pecora sì, pecorina no!”
La simpatica parodia si conclude con la povera nutria, promotrice a sua insaputa di una rivoluzione alla schiavitù, che viene abbandonata da tutti gli animali della fattoria che vanno al circolo della zucca a giocare al “6 in buca”, mentre la nutria, sola, continuerà sul trespolo a declamare disperata per tutta la notte il suo decalogo al centro dell’aia deserta mentre gli operai del service stanno già smontando la scenografia di palco e l’impianto luci, e come nel romanzo vero, la nutria continuando a parlare diventerà sempre più antropomorfa e sconsolata abbandonerà su due zampe la fattoria prima delle luci
dell’alba. Verrà ricordata in fattoria per il naso finto con baffi e gli occhiali abbandonati sull’aia.
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