Se diciamo “Apple,” la maggior parte di voi potrebbe rispondere con riflesso pavloviano iPhone, iPad o Mac.
Vi potrebbe sembrare incredibile, eppure c’è stato un tempo in cui il logo della mela veniva persino stampato su prodotti che nulla hanno a che vedere con silicio e circuiti stampati; nel lontano 1986, Cupertino sfornava perfino un’intera linea di abbigliamento chiamata “The Apple Collection.”
Ed era tanto brutta quanto surreale.
Per fortuna ci hanno anche risparmiato minigonne, braccialetti un tanto al kilo, calze bucate o tonalità fluorescenti come imponeva la moda al tempo; ma l’occhio non può non potersi inorridire se paragona quest’accozzaglia di colori con l’estetica minimalista che è in grado di poter dominare le linee e le forme attuali di Cupertino.
C’era la collezione per uomini, quella per donne e addirittura quella per bambini, e su tutti i capi era apposta una vistosa mela morsicata.
Felpe oversize, t-shirt, pantaloni, pantaloncini, camicie e perfino cinte e cappelli con visiera: non mancava nulla, c’era proprio tutto, compreso l’autoarticolato giocattolo e una tavola da Surf che costava la bellezza di 1.100$.
Tra l’altro, chissà perché, dovevano tenere particolarmente a cuore i surfisti, visto che sul catalogo si legge:
“Dopo una dura giornata di windsurf, la maglietta Apple è quello che ci vuole.”
Molto probabilmente qualcuno si starà già domandano: possibile che Steve Jobs, l’uomo del girocollo nero, abbia mai permesso un simile scempio?
Ma stavolta lo storico iCEO non c’entra assolutamente nulla: era stato licenziato nel 1985, un anno primo del lancio di questo orrore.
Il che tuttavia non implica che Jobs non abbia avuto pure lui pessime idee sul vestiario, intendiamoci.
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