The Apprentice: sarà Matteo il vincitore per Flavio Briatore?

Creato il 17 ottobre 2012 da Dejavu
La prima volta che vidi The Apprentice su Cielo lo scambiai per un film di Fantozzi con Flavio Briatore nel ruolo del super-mega-direttore-galattico. Poi mi accorsi che mancava il puff per i colloqui. Anche se i colloqui dei candidati a lavorare con Briatore erano parimenti fantozziani. Ieri sera si è svolta la semifinale con i 4 concorrenti rimasti in gara - Matteo, Francesco, Alberto e Silvia, unica donna della partita -  che dopo averla spuntata su altri 14 aspiranti al posto messo in palio dal "boss" superando prove di diversa natura, si sono sfidati a suon di curricula con una commissione esaminatrice esterna che li ha rivoltati come un calzino. A uscirne con le ossa rotte sono stati l'untuosissimo Alberto e la validissima ma ancora acerba Silvia. L'eliminazione di Alberto Belloni - esperto nella distribuzione dello champagne - è stata accolta da molti con l'aola dato che, nel corso delle settimane e delle prove di abilità nell'ideazione e smercio dei vari prodotti (dal pesce, a caffè alle televendite, agli spot pubblicitari) il ragazzo emiliano ha accampato spesso competenze inesistenti e capacità solo millantate, finendo poi per scaricare sulla pelle del team leader nominato di volta in volta le scelte coraggiose e le relativa responsabilità. Silvia Fazzini, che nonostante i suoi 24 anni e la totale mancanza di esperienze lavorative (essendo ancora una studentessa di lingue) è emersa sopra tutti gli altri, ha tuttavia scontato la sua lacuna classificandosi al 3° scalino sul podio dei finalisti. Ora se la vedranno tra loro Matteo Gatti (venditore) e Francesco Menegazzo (trader bancario). Devo ammettere che Matteo mi piace. Francesco un po' meno. Il primo è un gallo ruspante che potrebbe vendere la diavolina accendifuoco a un pompiere. L'altro è determinato ma troppo algido e impostato. Propendo quindi per la vincita di Matteo perché sa coniugare una certa simpatica ruffianeria ad una capacità priva però di sgambetti e malizie. E credo che così sarà per un semplice motivo. Questo programma e lo stesso Flavio Briatore stanno ormai lanciando un messaggio abbastanza palese: i titoli di studio contano fino a un certo punto e nella vita ce la può fare anche chi non ha conseguito un diploma. L'importante è mettersi in gioco, stupire il boss, accattivarsene la simpatia anche se celata dietro un paio di occhiali scuri.
Matteo con i suoi studi incompiuti e l'ignoranza di una lingua straniera - essenziale per molti lavori al giorno d'oggi, specie se il contratto che ti viene offerto è a 6 cifre - qualora vincesse potrebbe rappresentare l'uomo medio che può arrivare al traguardo solo grazie all'abilità e alla veracità del suo carattere. Perché, diciamocelo, quando si tratta di curriculum studiorum non credo che Flavio Briatore abbia speso parecchie notti insonni a preparare qualche esame. Probabilmente lo avrà fatto per concludere un affare milionario. Il suo successo di self made man è dipeso anche dalla faccia tosta, dal carattere tosto, dalle conoscenze (leggasi in primis Benetton) e da tanti altri fattori che con i libri c'entrano come un ricco in Paradiso.   Resta da capire che lavoro andrà fare il vincitore - perché Briatore continua a dire che lavorerà per lui ma non si sa ancora se come baby sitter di Nathan Falco - e se il contratto che ha messo in palio sia un premio o una punizione. Perché 1 anno intero di boardroom con Flavio Briatore io lo prenderei come un castigo, godibile quanto un impiego da Miranda Priestly de Il Diavolo Veste Prada

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