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“the artist”. solo un film furbo?

Creato il 07 marzo 2012 da Papibulldozer

“the artist”. solo un film furbo?

sinceramente non avrei voluto parlarne perchè l’ oscar come miglior film è più un espediente legato al merketing e all’ industria cinematografica che all’ arte cinematografica. detto questo già potete capire cosa penso del premio come miglior film dato a “the artist”.

rimane il fatto se questo sia comunque un film degno d’ essere visto oppure dimenticarne l’ esistenza, cosa che ovviamente non ha nessun legame con l’ oscar.

è oggettivamente un capolavoro? no.

 è una boiata furbetta per trarre in inganno radical-chic sprovveduti? forse in parte se a vederlo ci andasse proprio un radical-chic sprovveduto.

 un motivo importante per cui merita la visione c’è, oggi e non domani. non  è il fatto che sia stato girato in bianco e nero imitando il muto anni 30′. neppure il fatto che sia l’ ennesima storia d’ amore. questi sì erano specchietti per allodole e ovviamente c’è chi si è fermato all’ estetica e all’ intreccio narrativo superficiale, uscendo poi dal cinema “sonnecchioso” e un po’ deluso. certo non dovrebbe essere comunque una scusa, la superficialità di visione intendo, poichè il trailer già era molto chiaro su quale sarebbe stata l’ estetica e il tema  del film, quindi chi s’ è addormentato per poi scriverne peste e corna perchè muto, in bianco e nero e sdolcinato, un po’ “farlocco” lo è. c’ era il film di spielberg nell’ altra sala insomma!.

la domanda giusta da porsi è perchè girare un film del genere proprio adesso.

fare soldi con un film in bianco e nero e muto in tempi di 3D mi sembra azzardato oltre che stupido. quindi come motivazione la escludo a priori.

diventare un regista famoso con l’ ennesiama storia d’amore… forse… ma il rischio di passare inosservati è comunque troppo elevato. escludo anche questa.

come anche l’ abbinamento delle due ragioni espresse di sopra,  troppo debole come motore creativo ed ancor più d’ investimento economico. 

veniamo al dunque allora. il vero tema del film è la mutazione, il cambiamento.

il protagonista ha paura di passare dal muto che l’ ha reso ricco e famoso, al sonoro che invece potrebbe scalfirne il prestigio. 

i tempi cambiano e anche se ora sei ricco e potente, se non vuoi essere soppraffato dagli eventi, devi abbandonare le certezze alle quali finora t’ eri aggrappato e fare un salto nel vuoto. non ne hai la forza e non credi d’ essere all’altezza? lo devi fare comunque. hai paura di perdere tutto? lo perderesti comunque.  si arriva ad un certo punto dove le regole devono essere cambiate, anche se a te tutto è sempre andato bene così com’ era.

ora pensate al nostro sistema economico occidentale, ai partiti, a wall street. non hanno forse bisogno di un salto evolutivo per il bene comune, cambiamento anche da parte di chi gestisce tutto questo, per evitare d’ essere travolto da una rivoluzione popolare che non crede possibile, ma che se dovesse avvenire non lo lascerebbe certo in vita? 

il messaggio del film è molto chiaro in questo senso, forse il contenuto più contemporaneo che abbia visto durante la scorsa stagione cinematrografica.

la chiave di lettura dev’ essere questa. l’ aver abbinato la nostra odierna necessità di cambiamento mascherandola da storia d’amore muta. questo secondo me è stato genile e degno di nota. forse anche dell’ oscar.

tutto il resto sono solo chiacchere e vaniloqui di gente che ha guardato il dito del saggio invece della luna che stava indicando.

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