The Avengers
di Joss Whedon
USA 2012
Ci sono film che si aspettano con ansia, speranza, timore, sentimento.
Per chi, come me, è cresciuto a pane e fantastico, senza mai pensare che sia stupido, inutile o infantile coltivare certe passioni, The Avengers è uno di quei film che DEVONO essere visti e DEVONO per forza essere girati come Dio comanda. Per una questione di rispetto, di credibilità, di sanità mentale. Solo che non è mai scontato che certi titoli tanto attesi si rivelino al contempo belli o addirittura memorabili.
The Avengers è senz’altro IL film che ho atteso maggiormente negli ultimi dieci anni, insieme alle nuove pellicole del ciclo “of the dead” di George A. Romero (purtroppo, ahimé, molto deludenti). La paura che la pellicola sui Vendicatori si rivelasse una tavanata pazzesca era lì, annidata nel mio subconscio.
E’ con questo timore che sono entrato al cinema, piazzato in primissima fila (non per scelta: la sala era strapiena), accompagnato da Simona, spettatrice “atea” (conosce i personaggi Marvel solo attraverso i film).
Si spengano le luci, si dia inizio alle spettacolo. Dita incrociate, t-shirt di Iron Man orgogliosamente indossata sotto la felpa, come il peggior geek immaginabile (no, di solito non sono così).
Ed è così che ha avuto il via la visione di uno dei film più fighi dell’ultimo decennio.
Questa è la mia recensione: prendetene e godetene tutti.
Prima cosa: di solito si parla di film “da vedere a cervello spento”. Ecco, The Avengers non lo è. Sì, è una giostra giocosa e spettacolare, il tripudio del cinema supereroistico in 3D (che per una volta è davvero ben realizzato, sensato e apprezzabile), ma è anche un film di un certo spessore.
Parlo di spessore dei personaggi: Iron Man, Capitan America, Hulk, Nick Fury, la Vedova Nera, Occhio di Falco, Thor. Ragazzi, piaccia o meno stiamo parlando di icone entrate nell’immaginario popolare, e non solo perché sanno menare le mani. Occorre ammetterlo e darne merito alla Marvel. Ecco, tutti questi eroi sono rappresentati al loro meglio nei 143 minuti di film. Le personalità sono brillanti e sfaccettate. Sorpresa! Niente americanate o stupidate clamorose. Capitan America è umanissimo e sensibile, come già lasciava intuire nella pellicola a lui dedicata. Hulk è forse il migliore delle tre recenti trasposizioni cinematografiche. Thor è meno scialbo e insipido rispetto all’omonimo film. Vedova Nera e Occhio di Falco hanno ruoli non secondari, anzi.
Tony Stark beh… è Tony Stark.
La bravura di Whedon, il suo miracolo personale, è l’aver saputo amalgamare queste prime donne, donando a ciascun supereroe una fetta eguale di importanza nelle varie parti del film. I fans di questo o quel Vendicatore non hanno certo da lamentarsi: tutti sono rispettati, tutti sono centrali in quel che accade.
Ma il vero miracolo è forse un altro: c’è un profondo rispetto per lo spettatore. Ancor più per il fans dei fumetti della Marvel. Salvo qualche licenza, diciamo poetica, per adattare la storia a un singolo film, non c’è nessuno stravolgimento, nessuna idiozia gratuita che faccia gridare alla vaccata indegna.
The Avengers è sostanzialmente diviso in due blocchi: il primo lento, preparatorio, il secondo di azione e combattimento. La scelta si rivela azzeccata, perché con questo procedere a due marce gli spettatori hanno modo di empatizzare con tutti i personaggi – principali e minori – senza che essi vengano ridotti soltanto a muscolosi bestioni che indossano costumi bizzarri.
I Vendicatori sono, come già accennato, ben giostrati. Nota di merito per il solito Stark e per Cap America, ma la vera sopresa del film è probabilmente un Mark Ruffalo/Bruce Banner davvero perfetto nel ruolo di Hulk.
Loky, il villain del film, è subdolo e spassoso quanto basta. Del resto già nella trasposizione di Thor rappresentava la nota lieta.
Ottima la battaglia di New York, coi Chitauri guidati da Loky che sfidano i Vendicatori, per la prima volta davvero uniti, in una serie di memorabili scontri. E uso la parola memorabili come un dato di fatto, non come esagerazione.
- Hulk che strapazza Loky come un tappetino passato al battipanni, concludendo la solenne pestata con la mitica frase grugnita in hulkese: “Sei un Dio fragile…“
- Vedova Nera sgomenta e incredula dopo un incontro avvicinato con Hulk incazzato come una mandria di tori selvaggi.
- Martello di Thor contro scudo di Capitan America: botto leggendario!
Che fate qui? Andate a vederlo!
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