Un portone di legno pesante che si apre su di una corte lastricata di pietra, al centro della quale svetta altissimo un ficus, che accarezza il cielo.
una casa, un museo, una mostra d'arte permanente, che racconta la storia di una città e della gente che ne ha scritto la storia. Piatti e vasellame in terracotta, vecchie boccettine di medicinali, scatole di legno che hanno conservato bottiglie di vino pregiato o sigari. Pareti piene di fotografie. Una casa che parla anche se immersa nel silenzio e nella penombra di un angolo nascosto del centro storico.
Attraversando stanza per stanza il teatro della casa di Silvestro, arriviamo sul suo palcoscenico. La cucina. Dalle nostre parti in provincia di Foggia, questa parte delle case vecchie è chiamata "lu scuvirt'" ed era tipo il cortiletto di servizio ed è qui che Silvestro, ha ricavato la sua cucina. Ha coperto il cortine e lo ha annesso al resto della casa. Lavatoi in pietra e fontanella, proprio come nei cortili di una volta.
Qui ci attende il nostro palcoscenico di legno, la spianatoia su cui abbiamo imparato a lavorare la pasta per farne orecchiette e minghiareddhri.
Farina acqua e tanta manualità, quella che a noi mancava ma che subito abbiamo cominciato ad apprendere, attraverso gli insegnamenti di Silvestro e l'uso di alcuni strumenti, come il ferretto per arrotolare i minghiaraddhri.
La pasta fresca, fatta a mangiata. Quanta soddisfazione?
Ripulite le mani dalla farina è stata la volta del sugo, preparato con i ciliegini e il cacio ricotta appena grattugiato e poi il secondo. Il pollo al vino cotto. Se lo rifaccio a casa vi passo la ricetta. sappiate che era buonissimissimo. nonostante l'avessimo preparato noi.
A chiudere il pranzo, uno dei dolci tipici salentini, la copeta, il croccante preparato con mandorle e caramello.
A tavola, nella luce soffusa di mille candele sparse per la sala, Silvestro ci ha raccontato la sua storia. La storia delle persone che frequentano la sua cucina, pochissimi italiani, tantissimi stranieri che prenotano le sue lezioni per intere settimane durante le loro vacanze in italia. Ci racconta del suo concetto di scuola di cucina, niente ricette complicate o pretese da grandi chef. Una scuola che punta a mantenere viva la memoria di una cucina, povera, casalinga, ma ricca di gusto e di sapori. Fatta di ingredienti semplici ma estremamente ricca.
A tavola tra le bottiglie di Negramaro c'erano quelle di olio di coratina (una specifica tipologia di oliva) non potete capirne la bontà versato sul pane con un pizzico di sale.
Se siete a Lecce e volete andare oltre le solita visita del centro storico qui trovate tutte le info relative a The Aweting Table:
Il Sito per informazioni e prenotazioni di corsi : www.awaitingtable.com
per sbirciare nella cucina di Silvestro lui è Anche Su FB.