Se i primi tre son risultati come dire, asfittici, limitati, molto combattuti più per errori ed omissioni che per equilibrio (in due casi per equilibrio di errori ed omissioni), l'ultima odierna si staglia e distingue nettamente per le sue dimensioni epiche, direi quasi storiche. Un quasi contraltare a livello di club della storica recente vittoria inglese sugli All Blacks. Forse esagero nel dire che con la convincente vittoria di Clermont a Dublino, abbiamo assistito a un autentico passaggio di consegne relativo alle "chiavi d'Europa"?
Procediamo con ordine, togliendoci per prima l'incombenza di riferire sulle altre partite non ancora commentate.
- Castres bissa il successo esterno a Glasgow affermandosi anche in casa ma facendo una fatica improba a superare l'ermetica difesa in cui si chiudono gli scozzesi dopo aver segnato alla fine del primo tempo. Le mete sono dei nr.7 Yannick Caballero e John Barclay, il finale è 10-8: pareggio dei padroni di casa solo al 73' e sorpasso con la trasformazione da parte dell'ex Hawke's Bay passato nel Correze Daniel Kirkpatrick, la differenza la fa la mancata trasformazione della meta scozzese. Partita simile, a parti rovesciate, a quella di Monigo.
- Inizia faticosamente anche Tolone coi Sale Sharks in casa, è solo 3-0 fino alla mezz'ora, poi è thrashing assoluto e impietoso: finale 62-0 (non càpita solo alle italiane in Challenge...). Superiorità imbarazzante, sono nove mete a zero (punti) con doppietta di Joe Van Niekerk. In meta tutti i reparti: Michalak schierato apertura al posto di Wilko, tutto il triangolo allargato pacifico-caraibico Wulff, Delon Armitage, David Smith, due terze linee Van Niekerk e Steffon Armitage, il pilone Kubriashvili, il tallonatore Orioli. Manca solo la seconda linea - c'eran quei pigroni di Bakkies Botha e Nick Kennedy.
Gara annoverabile tra i "Big Game" anche questa ma di categoria diversa da quella sopra detta: questa è "tanta roba". Delle possibilità di Tolone in Coppa bisognerà parlar diffusamente, per chi fosse ancora prigioniero dei cliché "girone facile" e "tante stelle ma poca quaglia". Ah a proposito, a Tolone dan per certo il prossimo arrivo di Bryan Habana: come se avessero carenze dietro. Un uomo non fa la squadra ma se la squadra c'è, allora questa è voglia di sbancare.
Gli Sharks? Hanno ben altro cui pensare, anche se certi gangbang restano in memoria.
- In uno degli ultimi Big Game giocati al Vicarage Road prima del trasloco, stadio già abbastanza disertato dal pubblico anche per via del tempo uggioso che si fa pioggia battente nel secondo tempo, i Saracens rendono perfetta pariglia a Munster rispetto all'andata, vincendo 19-13 e concedendo il punto di bonus. La gara è a due facce: un primo tempo con una meta per parte e parità 10-10, nel secondo la pressione Saracens si rivela più efficace di quella di Munster che pure non manca (memorabile un 23 fasi in superiorità numerica, concluso con tentativo di drop). E' l'imprecisione di Owen Farrell nel tempo cane a rivelarsi inferiore a quella di Ronan O'Gara, più grave a dispetto della aritmetica proprio per il numero di opportunità inferiori a sua disposizione. Il pari del primo tempo è l'equilibrio tra pressione da gioco sequenziale dei padroni di casa che arrivano in meta con l'ala David Strettle e la tenacia di Munster che sfrutta la disattenzione dei Sarries, simile a quella di Treviso in occasione della prima meta dei Tigers, aprendo la strada all'ala opposta Doug Howlett.
Quel che rende incredibile questo match è la quantita industriale di falli professionali che le due squadre consumano. Uno spettacolo nello spettacolo, con l'arbitro incapace di gestire il numero abnorme di ostruzioni, manate, crolli fraudolenti di maul e quant'altro. In compenso fischia solo (correttamente) diversi tentativi di doppio movimento a terra, altra bella infrazione professionale. "Merito" si fa per dire, di Munster che ha immediatamente "nasato", l'arbitro un po' così in quanto a personalità (con quella faccia da Mr.Beans ...), "adattandosi" come si dice. Gli inglesi non si son certo fatti pregare a seguirli: nel primo tempo s'è vista una fase in cui Munster rilanciava al piede su attacco Sarries e mentre alcuni inseguivano la palla ostruendosi uno con l'altro, dietro s'azzuffavano in quattro a terra per un'altra ostruzione precedente. Robe da campetti di periferia. Nel secondo tempo l'apoteosi: Farrell, faccia pulita da bravo ragazzo, tenta di guadagnare almeno venti gradi d'angolo spostando il punto di un piazzato! Robe da calciatori: dov'è il twitter di Castrogiovanni, "questo è anti-rugby"?
E con tanti furbacchioni in giro da dissuadere ed eventualmente punire in modo esemplare, dove lo mandano il Rolland da guardia, che affibbia gialli per falletti veniali e mete di punizione come se piovesse? Ma a Monigo, ovviamente ...
- Dimentichiamo le bassezze della vita e in alto i cuori. La prova di Clermont con Leinster è di quelle che si ricordano. Il finale è 21-28, con una sola meta contro due e ben sette punizioni piazzate da Morgan Parra. E' uno di quei casi in cui, parlando come al bar, la matematica E' una opinione, perché i numeri sono fuorvianti. Aiuta di più a capire l'andamento della gara la sequenza temporale delle marcature: sei pari fino alla mezz'ora (scambi di piazzati Sexton - Parra), strappo unanswered nel secondo e terzo quarto degli Alverni che tengono Leinster per la collottola, arrivando al 9-25 dell'ora di gioco; tentativo di recupero disperato dei padroni di casa che al loro pubblico lo devono (da quando non perdevano all'Aviva Stadium? Da qualche stagione), e riescono con le mete tardive di Jennings e McFadden non tanto a riaprire la gara quanto ad agguantare almeno il bonus che li tiene secondi in classifica.
Che Clermont non fosse venuta a Dublino solo per il punto di bonus che le servirebbe per restare prima in ogni caso, si capisce già nei primi dieci minuti: Leinster parte alla carica col suo gioco bello largo e avvolgente, ma trova subito risposta per nulla timida e a muso duro dei potenti francesi. Tanto che il punteggio della prima mezz'ora è bugiardo: i francesi entrano nei 22 irlandesi e sfiorano la meta almeno un paio di volte, giostrando con quel reparto arretrato tutto potenza e dinamismo, in particolare quando Sivivatu va a raddoppiare sul lato di Nalaga - e come li fermi? Difatti Isa Nacewa è una delle prime vittime, rimpiazzato da Dave Kearney. Anche l'estremo Lee Byrne dall'altra parte deve cedere il passo già nel primo tempo a un ottimo Regan King ricco di iniziative. La potenza e il dinamismo di Clermont non è limitato ai lati: in mezzo ci stanno Rougerie e Fofana, ed è quest'ultimo a marcare la meta decisiva al 34', sfruttando in allungo l'ennesimo sfondamento a destra delle due ali coloured sovrapposte. E' la meta che spacca nettamente la partita: Clermont domina per la successiva mezz'ora, punendo col piede di Parra l'affanno fisico della difesa di casa a fermare le proprie offensive. E' la celebrata terza linea Sean O'Brien-Shane Jennings- Jamie Heaslip a cedere in termini disciplinari alle percussioni degli avversari, mentre i contrapposti Bonnarie, De Sousa Bardy e Chouly si fanno valere in fase difensiva. Sexton ce la mette tutta, motivando, dando l'esempio sia in difesa che in attacco e usando il piede e le mani in modo intelligente, ma dall'altra parte mentre Parra fa il regista "quantitativo" e piazza come una macchinetta, c'è l'apertura probabilmente più sottovalutata dell'intero panorama mondiale, l'australiano Brock James, a far lavoro di qualità con un piede controllato al millimetro. E che dire del pilone Zirakashvili che si butta dentro ovale in mano a mille all'ora? Altro efficace ball carrier è il tallonatore Kayser, mentre in aria l'ex Nathan Hines (in foto) erode le sicurezze di capitan Leo Cullen (malmesso per il cambio al lancio già nel primo tempo tra Strauss e Cronin) e per le terre si fa rispettare assistito dall'altro ticcio grosso, il canadese cattivo Cudmore. Quando poi è ora di cambi, la panchina lunga francese mette in campo Ti'i Paulo e i nazionali Lapandry e Debaty davanti.Poco di nuovo nel campo francese rispetto alla semifinale di questa primavera: è cambiata la convinzione, corroborata proprio dalla ugly win di una settimana fa.
Clermont chiude il duplice confronto coi campioni in carica con otto punti di vantaggio dai due che aveva ed è virtualmente qualificata, mentre Leinster dovrà sudarsi il passaggio ai playoff come miglior seconda e non è detto ce la faccia a rimanere in HC: non dipende più solo da lei. Ricordando la semifinale della scorsa stagione - per molti incluso chi scrive la vera finale - se non è un passaggio di consegne questo, poco ci manca.