Dai Pixar Animation Studios, con la regia di Saschka Unseld e dal produttore Marc Greenberg, arriva The Blue Umbrella che precederà la visione al cinema di Monsters University, qui la recensione, nelle sale italiane dal 21 Agosto 2013.
È solo una comune serata di rientro dal lavoro quando la pioggia inizia a cadere e la città prende vita al suono dell'acqua che scorre nei tubi, del sibilo dei tendoni e del gorgoglio delle grondaie. E in questo preludio, due ombrelli - di cui uno blu - si innamorano perdutamente.
Ecco invece di seguito, 5 curiosità tecniche del nuovo piccolo capolavoro Disney Pixar:
- In media, il rendering di ogni singolo frame di The Blue Umbrella ha richiesto 22 ore.
- Ogni singolo frame del cortometraggio impegna mediamente 23,4 GB di memoria (ovvero 187,2 milioni di bit di informazioni). Per dare un’idea, il genoma umano contiene circa 3,08 miliardi di coppie di basi che corrispondono a 6,16 miliardi di bit. Questo significa che ogni singolo frame di The Blue Umbrella contiene abbastanza informazioni per creare il codice completo di 30 esseri umani.
- La ripresa più impegnativa da realizzare è stata quella che vede Blue (l’ombrello blu del titolo) privo di sensi nella grondaia e che ha richiesto 112 ore per ogni frame. Se avessero fatto il rendering di questa ripresa su un solo computer ci sarebbero voluti quasi 3 anni.
- Se aveste un computer moderno, impieghereste quasi 27 anni per il rendering di tutto il cortometraggio. In altre parole, se aveste cominciato il rendering nel Febbraio del 1986, quando la Pixar è stata fondata, avreste terminato a Dicembre di quest’anno.
- Se le immagini di Umbrella fossero dei coni gelato, ne avreste 107, abbastanza per farvi venire un bel mal di pancia.