The Book of Unwritten Tales è la serie più apprezzata dello sviluppatore King Art, che negli ultimi anni è stato capace di creare un universo fantasy davvero suggestivo, dei personaggi e delle storie quasi incantate, grazie alle quali i fan del genere hanno passato ore ed ore in piacevole compagnia.
Supportata da Nordic Games, azienda sempre più importante nel panorama videoludico, gli sviluppatori son tornati alla carica con l’attesissimo episodio due, finanziato in parte su Kickstarter e proposto in formato Early Access su Steam.
A distanza di pochi giorni dall’uscita del quinto ed ultimo capitolo di gioco, che segnerà anche un aumento del prezzo di vendita dell’intero pacchetto, cogliamo l’occasione per parlarvi di una delle avventure grafiche più interessanti di questo inizio 2015.
IL RITORNO DEI FANTASTICI QUATTRO
The Book of Unwritten Tales 2 è il risultato finale di una serie di fattori e circostanze che hanno permesso agli sviluppatori ed al publisher di veder realizzato il loro sogno: quello di realizzare un nuovo capitolo della serie appoggiandosi al sempre più importante Kickstarter.
Se con la memoria tornassimo indietro di qualche anno, potremmo osservare l’evoluzione di questa serie, rilasciata nel suo primo capitolo nel 2009 (solo in Germania) e giunta in Italia soltanto tre anni più tardi. Fu subito amore, tanto che perfino i risultati raggiunti con Critter Chronicles, un prequel degli eventi precedentemente narrati, furono ragguardevoli.
La bontà emersa con lo svolgersi dei racconti, quella degli enigmi e di aspetti più tecnici, portarono alla ribalta un videogioco che fino a poco prima non era conosciuto, tanto meno considerato. Lo spettro di situazioni favorevoli, conquistate a colpi di bravura e perfezione delle fasi realizzate, ha portato King Art al trionfo nella dura lotta di finanziamento su Kickstarter, che come sappiamo spesso e volentieri miete vittime illustri.
Negli studi di Brema la felicità sarà stata davvero esaltante, considerando l’ottimo successo poi riscosso su Steam, del quale il developer si è servito per proporre la sua ultima opera in formato Early Access, suddividendola in capitoli rilasciati progressivamente.
Dopo mesi di attesa, The Book of Unwritten Tales 2 si è mostrato agli addetti ai lavori – prima che, ufficialmente, anche su Steam – nello splendore dei suoi cinque capitoli, e ne abbiamo colto le prime somiglianze col passato, che permettono alla mente di tornare alle vicende già vissute e amate: la presenza dei quattro personaggi principali è la prima lieta notizia, e seppur in abiti e circostanze diverse saranno loro a condurre o farsi trasportare dal racconto, che come i titoli precedenti è pieno zeppo di riferimenti alla cultura pop, con situazioni al limite del paradosso, sketch divertenti ed il solito avanzamento multi-personaggio che vi getterà in situazioni apparentemente slegate, per poi stupirvi con richiami e dettagli che li accomunano.
Sono passati pochi anni da quando è stata sconfitta la strega Mortroga e da quel momento, così come quella della stragrande maggioranza della popolazione di Aventasia, la vita dei nostri eroi cambiò; il destino che li aveva uniti, però, li ha separati di nuovo e nonostante il periodo di guerra e continui subbugli sia praticamente alle spalle, c’è tanto ancora da fare, tanto ancora da migliorare.
Wilbur il nano è tremendamente impegnato nel suo nuovo lavoro, fare il professore alla da poco riaperta scuola di magia e stregoneria; ben presto, quando le cose si faranno incandescenti, sentirà però il bisogno e l’appoggio dei vecchi amici, e bisognerà ricomporre il gruppo visto che la principessa elfo Ivo e Nate hanno preso strade diverse dopo un breve momento di passione.
La prima, tornata alla gabbia dorata del regno degli elfi, controllata in tutto e per tutto da una madre soffocante; il secondo, assieme al fidato Critter, è prigioniero sull’isola volante del suo acerrimo nemico e rivale: il Pirata Rosso. Si riuniranno per combattere uno strano male, che sta trasformando animali forti e possenti in cuccioli soffici e di color rosa, e castelli in case per le bambole. Il susseguirsi degli eventi è bene articolato, credibile per quanto si trattino temi di stampo fantastico, oltre che ben narrati, in modo da rendere la sequela di situazioni sempre interessanti, sia grazie al punto di vista di più personaggi giocabili, sia per mezzo di enigmi logici ben concepiti e di buona difficoltà.
L’impressione, mouse alla mano, è proprio quella di avere a che fare con un punta-e-clicca classico ma rinnovato sotto svariati aspetti, rispetto ai predecessori, a partire da una interfaccia in parte rivista, con l’inventario sempre in sovrimpressione: uno zaino accessibile ogni qualvolta si desideri, tramite un semplice click, per osservare meglio gli oggetti raccolti o per usarli su specifici punti di interesse tramite trascinamento.
PIÙ GRANDE GRAZIE AI BACKERS
The Book of Unwritten Tales 2 non è soltanto un’avventura grafica, è una dimostrazione pratica di come si possano raggiungere vette qualitative molto importanti avendo buone idee e capacità d’un certo spessore. In tal caso, anche organizzative e di gestione economica, dato che King Art grazie ai ricavi ottenuti su Kickstarter (circa 171.000 euro raccolti grazie alle offerte di quasi 3.500 utenti nel febbraio dello scorso anno) è stata in grado di garantire alcune caratteristiche extra che hanno permesso al gioco di ottenere uno score complessivo più alto.
Prima tra tutti, la colonna sonora orchestrale che comprende svariati classici e tante nuove composizioni, poi una serie di piccole chicche che potrebbero far contenti gli appassionati: delle side quest opzionali, parliamo perlopiù di piccoli enigmi o puzzle legati anche allo sblocco di achievement specifici, e successivamente di outfit extra che il giocatore potrà equipaggiare o meno. Per farvi un esempio spicciolo potremmo citare la missione della pesca nello stagno, da compiere nei panni di Ivo, che vi permetterà di incrementare il vostro livello di bravura e quindi di sbloccare, anzi pescare, uno speciale indumento… Non vi sveliamo oltre, perché nel corso delle circa venti ore di gioco ne vedrete delle belle, anche se tutto sommato queste missioni secondarie potrebbero benissimo essere ignorate in quanto non portano nulla di concreto ai fini della trama principale.
La bontà artistica è invece straripante per composizione in ambito musicale, e non solo, anche per quel che concerne la campionatura degli effetti sonori o il doppiaggio in inglese, evidente l’utilizzo di doppiatori professionisti che sono riusciti a rendere i dialoghi spesso prolissi sempre piacevoli da ascoltare.
Non da meno i fondali in due dimensioni, l’uso educato dei colori che talvolta eccedono per tonalità rosa, a voler indicare e ricordare lo strano problema che interessa quei mondi, ai quali però non corrisponde la stessa bontà degli elementi tridimensionali di molti degli oggetti e dei modelli dei personaggi. Un problema comune che attanaglia quasi tutte le avventure grafiche dei giorni nostri pensate in 2.5D, dove la modellazione tridimensionale e le relative animazioni rappresentano il più grande ostacolo per chi progetta e realizza, tramite software non sempre all’avanguardia, queste componenti.
Poco male in ogni caso, The Book of Unwritten Tales 2 riesce in quello che era, fin da principio, il suo obiettivo: divertire ed appassionare, con un gruppo di protagonisti poco convenzionale e proprio per questo interessante e mai banale.
COMMENTO FINALE
The Book of Unwritten Tales 2 è, ad oggi, la migliore avventura grafica dell’anno e lo rimarrà ancora per diversi mesi prima che altre papabili produzioni possano provare a spodestarla dal gradino più alto del trono. Rappresenta il mix perfetto tra vecchio nuovo, sia a livello di design e di creazione di uno dei generi più amati dai veterani, sia a livello contenutistico, dove i vecchi ed amati personaggi si prestano a nuove e gloriose avventure, alcune delle quali più buffe che mai.
Non possiamo quindi che fare un encomio a King Art per la bravura con la quale, ancora una volta, è riuscita a confezionare l’ennesimo capitolo di una serie fortunata, che ogni fan non dovrebbe lasciarsi sfuggire: una ventina d’ore di gameplay, enigmi intricati, situazioni spassose che si alternano ad altre ben più gravose, compongono una miscela esplosiva grazie alla quale la parola noia non passerà nemmeno nell’anticamera del vostro cervello.
PREGI: Trama. Enigmi piacevoli. Musiche orchestrali, effetti sonori fantastici e ottimo doppiaggio in inglese. Longevità elevata.
DIFETTI: I modelli 3D di alcuni oggetti e personaggi non al top per qualità. La sola lingua inglese potrebbe essere un problema per alcuni. Gli incarichi secondari non sono sempre interessanti da portare a termine.