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The Carpet Crawlers

Da Aperturaastrappo
The Carpet CrawlersLe voci li chiamano e loro a strisciare l’uno sull'altro, a non darsi pace per quel rumore che li incita a denudarsi, a scivolare, venite venite, e a seguire una ragione senza averne,correte se potete, e non che sentano dentro la voglia di arrivare alla porta, non riescono ad opporsi a quelle voci, chi carponi si ferma per allungare un braccio verso la luce che proviene dal varco e chi serpeggia sudato tra gli altri, il pavimento prima è pece, poi erba e sassi, infine lana e non fa più male, gli uomini che strisciano non raschiano più la pelle contro la strada o contro le punte di pietra. 
Ai bordi del tunnel che percorrono, il respiro affannoso di creature in penombra, e dall'oscurità le loro catene legate al collo degli uomini stringono e tirano, sempre di più, il fiato manca e le voci dalla porta, venite venite, sono sempre più vicine. Una donna dal corpo di pietra avanza dal bordo del tunnel, la sua catena è tesa e dal nero vengono fuori altre figure: un cane dalla testa umana, il corpo tagliato a metà di una ragazza scheletrica, i capelli lunghi a toccare il pavimento di lana rossa, anche la sua catena è tesa, legata al collo di un uomo a metà che scavalca gli altri, scivola sul corpo senza vita di un suo compagno, poi riprende a trascinare il busto con le braccia. Gli uomini provano ad urlare ma non emettono suoni, affrettano i loro movimenti, venite venite correte se potete, la strada è ancora troppa prima della porta, gli uomini sono stanchi, non ascoltano più le voci, uno ad uno cadono, si accalcano al centro del tunnel. L’ultimo si allunga verso la porta, poi si accascia.


Federico Orlando


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