di Rina Brundu. Che a volte – lo ammetto – sono una lettrice difficile. Quando il libro che ho sottomano non mi piace, non mi limito a riporlo con grazia nello scaffale, ma lo scaglio alto, oltre la staccionata, con determinazione e con un dato ghigno soddisfatto sul viso. Che questa volta è stata tutta colpa del Signor G che mi ha assicurato: “Ne ha venduto qualche milione solo in prenotazioni e la cosa l’ha catapultata in cima alle classifiche europee ed americane. Ovviamente, prima ancora che il libro fosse in libreria!”. “Chi?” ho domandato distratta. Domanda idiota. Che a volte – lo confesso – faccio domande idiote.
Così questo mezzogiorno sono entrata in uno shopping-center della Dublino più indaffarata e li ho visti: mucchi, cumuli, ammassi, cataste di libri giallorossi manco fossimo ad un raduno di tifosi della “magica” determinati ad elevarsi culturalmente. Invece no! Erano mucchi, cumuli, ammassi cataste di “The Casual Vacancy”, l’ultima fatica letteraria “per adulti” (proprio quella di cui parlava il signor G!), dell’inossibabile madre e madrina di Harry Potter, ovvero di J. K. Rowling, al secolo Joanne Rowling anche se fa molto meno figo.
Che poi questo mio modo di procedere per “reductio ad absurdum” non la racconta davvero tutta. E allora, per dare a Cesare quel che è di Cesare e alla Rowling ciò che è della Rowling ecco la presentazione di questa scrittrice così come viene fatta nella terza di copertina del suo ultimo romanzo testé menzionato: “J. K. Rowling è l’autrice della serie bestseller Harry Potter, sette libri pubblicati tra il 1997 e il 2007 che hanno venduto più di 450 milioni di copie in tutto il mondo, sono stati distribuiti in più di 200 Paesi (territories), sono stati tradotti in 73 lingue e resi in 8 blockbusters hollywoodiani. Oltre ad essere un OBE (per i meno pronti, meglio specificare che non si sa mai, OBE nel caso specifico non sta per Out of Body Experience ma per Officer of the British Empire!), per i servizi resi alla letturatura per l’infanzia, J.K. Rowling ha ricevuto numerosi premi e lauree honoris causa, tra gli altri il Prince of Asturias Award for Concord, la Légion d’honneur francese, il Premio Hans Christian Andersen, è stata Commencement Speaker alla Harvard University…. Etc etc”. Come non bastasse noi italici non l’abbiamo nominata né Cavaliere del lavoro né Senatrice a vita a spese del contribuente tartassato: insomma, un curriculum esemplare il suo!
“Urka!” mi sono detta, infatti, mentre leggevo questi dati, impressionata, ma ancora indecisa se effettuare l’acquisto oppure no. “Pensare che Kafka non ha venduto nulla di suo mentre in vita, e prima di morire aveva ordinato la distruzione di tutta la produzione!” non sono riuscita ad impedirmi di criticare, poi. Però è stata questione di un attimo: “Basta fare la lettrice difficile! – mi sono detta. – Dove è scritto che la letteratura finisce con Kafka?”. “Certo che non finisce con Kafka…” – mi ha sussurrato allora un’altra vocina dentro. – C’è Gogol, Dostoevskij…”. Idiota!! – ho sbraitato a quel punto tra me e me per associazione di idee e per finirla lì. Così, più per sfida con me stessa che per reale intenzione ho infine effettuato l’acquisto. Detto altrimenti ho sborsato altri 16.99 Euro che andranno a rimpolpare la stanca fortuna di mezzo miliardo di sterline della suddetta signora.
Che poi questo è solo l’antefatto. Adesso mi trovo tra le mani il tomo giallorosso già menzionato nell’incipit. Profuma di libro appena stampato e peserà ad occhio e croce mezzo chilo. Le pagine sono giallicce, pesanti, pre-rivoluzione digitale, stile vecchi libri per l’infanzia, appunto (o Stephen King prima maniera), che mi chiedo quanti alberi hanno dovuto morire per confezionarle così. Ma sono pensieri peregrini, non degni, da lettrice difficile autocensuratasi per punizione.
Che però il nodo da sciogliere resta sempre quello (quanto mai giustificato in chi non è mai riuscita a leggere un intero episodio della saga Harry Potter!): leggere o non leggere? La sinopsi racconta di un tal Barry Fairbrother che muore nei suoi primi quaranta anni lasciando la ridente cittadina di Pagford in stato di shock. Sarà proprio questo luttuoso evento a rivelare quindi che in quel tal sereno paesello della campagna inglese non tutto è come appare…. Questa mi sembra di averla già sentita: che la Rowling sia la novella Agatha Christie o la prossima Jessica Fletcher? Il dubbio mi assilla. Ekkekakkien quante rotture mentali (per non dire altro) prima di iniziare un libro! Che Rowling o non Rowling, OBE o non OBE sempre di un libro si tratta! Basta! Comincio la lettura seduta stante….
Sunday – Barry Fairrbrother did not want to go out to dinner. He had endured a thumping headache for most of the weekend…. Cribbio, con tutta l’agitazione non avevo notato che la mia finestra è chiusa. Nel dubbio meglio tenerla aperta: fortuna che da questa posizione neppure la staccionata è troppo lontana…
To be continued….
Featured image, homepage del sito multilingue di J.K.Rowling.