THE CONSPIRACY (Canada 2012) è stato presentato al XXXI Torino Film Festival, nella sezione After Hours.
Piaccia o no, il genere cinematografico più originale, rappresentativo e forse diffuso del XXI secolo (diciamo da The Blair Witch Project, che è del 1999, in poi) è il mockumentary, o falso documentario. Piaccia o no, l’argomento più discusso del terzo millennio (diciamo dall’11 settembre 2001 in poi) sono le teorie del complotto. Ebbene, The Conspiracy, piaccia o no, unisce le due cose.
La vicenda, rappresentata appunto come se si trattasse di un documentario (riprese traballanti, immagini sfocate/sgranate, “non inquadrarmi”… quelle robe lì), segue le vicende di due giovani registi interessati a girare un film su un attivista cospirazionista. Che un giorno, però, scompare nel nulla. I due ragazzi decidono allora di proseguire per conto loro le ricerche dell’uomo, scoprendo l’esistenza di un’antichissima e potente organizzazione segreta chiamata Tarsus Club, dedita al culto del dio Mitra.
La pellicola è nettamente divisa in due parti: nella prima, meno interessante, i vari personaggi intervistati per il film nel film espongono le più disparate teorie del complotto (e sembra davvero di assistere a uno di quei documentari cospirazionisti un po’ deliranti che si trovano su YouTube o su certi programmi di Italia1); nella seconda, invece, siamo decisamente dalle parti del thriller: i due registi, con tanto di microcamera nascosta nel fermacravatta, riescono a intrufolarsi a una delle riunioni segrete del Tarsus Club. Riusciranno a non farsi scoprire?
Non è certo un capolavoro, The Conspiracy, e forse non è nemmeno un’opera degna di un festival per cinefili un po’ snob (non a caso quasi nessuno ha applaudito, a fine proiezione), ma si tratta comunque di un film intrigante, ben fatto, che si lascia vedere senza troppi problemi. La parte finale, specialmente, è davvero al cardiopalma, emozionante e spaventosa come ogni thriller degno di questo nome.
Alberto Gallo