Aspettate. Cosa diceva
Alice Munro? Ah sì, che
"The constant happiness is curiosity". Ecco io mi sento un po' così, poi a volte cado nello sconforto per una telefonata (di lavoro) andata male, per una mail (di lavoro) non arrivata, per un fraintendimento (sul lavoro) che si protrae per giorni. Basta poco per farmi tornare il sorriso e anche per farmi emozionare. Bastano le parole di
Alice Munro, bastano quelle di
Luca Ricci (ho finito
Mabel dice sì, stupendo, intenso, commovente, a tratti illuminante e anche nostalgico, ne parlerò tra qualche giorno), bastano poche frasi di
Diego De Silva (ho iniziato a leggere
Mancarsi, che avevo in lista da un po', e già mi si è aperto il cuore) e poi bastano le mie, di parole, quelle che scrivo ogni giorno o almeno quelle che tento di scrivere ogni giorno tra una lezione e l'altra, una pappa e l'altra, un disegno e l'altro, un post e l'altro, una ninna nanna e l'altra.
E poi arrivano delle fotografie.
E penso che vorrei proprio essere lì, farmi bagnare da quelle polveri colorate, perdere l'equilibrio, staccarmi dal mio corpo e guardarmi dall'esterno, vedere che effetto fa. Il mio volto, le mie mani. Le foto in cui sono accidentalmente inciampata ritraggono alcuni istanti del
Holi Festival,
festività Hindu che si celebra sul finire dell'inverno per
inaugurare la stagione primaverile, i suoi colori e i suoi profumi. Se volete una spiegazioni più dettagliata, anche da un punto di vista storico, provate a leggere
qui.
Tra l'altro, ho scoperto che proprio quest'anno, per la prima volta, Holi Festival
verrà celebrato in Sud Africa e, anche in questo caso le foto parlano da sole:
Vi lascio con una canzone.
Sayounara No Natsu (colonna sonora de
La collina dei papaveri). Colori, tramonti e rossi suggestivi.