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The day after

Da Iomemestessa

Raramente il giorno che segue una giornata di merda è un giorno tranquillo. Ma non è questo il fatto. Quel che mi urge confessare è che ieri sera credo di aver totalizzato uno score imbattibile nel campionato mondiale delle cazzate. Campionato mondiale in cui da anni mi distinguo con onore.

Ore 20.20, arrivo a casa, sclerata come sempre, e con l’onnipresente nanetta a rimorchio, che, come avrete senz’altro capito, movimento di preferenza io (e quando la movimenta l’uomo, lo fa notare per giorni, come se avesse partorito un uovo di stegosauro).

La nanetta si stava lamentando a randa del fatto che Viola Valentino (di cui all’episodio precedente) non fosse ricompresa nella playlist del giorno, e stavamo pertanto litigando con un certo vigore.

Scendo dal mezzo di trasporto con passo vigoroso. Altrettanto vigorosamente apro la basculante del garage, mi rifiondo in macchina, ingrano la prima e mentre la nana ulula ‘mamma la bici’ un sonoro ‘clang’ indica che ho appena investito la bici dell’uomo.

Per fortuna (o per sfortuna, dipendendo dal punto di vista) senza l’uomo a bordo.

Il quale uomo, giunto per evento fortuito a casa prima della sottoscritta, ha pensato bene di mollare la bici proprio sull’entrata del garage medesimo credendo che io sarei scesa, l’avrei estratta dal garage medesimo e rimessa dietro la mia macchina, affinché lui facesse l’indomani meno fatica ad estrarla.

Preso atto che, la macchina non aveva subito danni, che la bici al netto di qualche ammaccatura era ancora tra noi, ho sistemato tutto (altri 10 minuti persi) son salita e l’ho informato del piccolo incidente occorso al suo amato velocipede.

E gli ho pure fatto il cazziatone perchè l’aveva lasciato lì, inducendomi in un errore che avrebbe potuto arrecare danno al ‘mio’ mezzo meccanico.

Era talmente sconcertato che s’è pure scusato.


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