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The Denis Law Game: la retrocessione del Manchester United

Creato il 03 dicembre 2013 da Controcalcio

di Andrea Agrifoglio

Il gol dell’ex si è tramutato in una di quelle leggi non scritte che regolano il calcio, ormai da tempo. Ne sono stati siglati tantissimi: belli, brutti, decisivi e non, con esultanza polemica e sfrenata oppure con l’attesa dell’abbraccio da parte dei compagni di squadra. Possono comunque passare inosservati all’interno di una stagione o di una singola gara, ma quanto accadde nel 1974 all’Old Trafford passò alla storia tanto da diventare il “Denis Law Game”.

La realtà calcistica di Manchester in quegli anni è assolutamente irriconoscibile agli occhi di chi ha osservato calcio negli ultimi quindici. Adesso il City e lo United combattono ormai non soltanto per la rivalità cittadina, ma anche per quella nazionale ed europea. Quarant’anni fa la storia era leggermente diversa, o meglio, almeno lo era nella stagione 1973-74.

law
Il City è una squadra di mezza classifica che ha fatto esultare i suoi tifosi dal 1968 al 1970, periodo in cui dopo il ritorno in First Division, avvenuto nel ’67, riesce a vincere il titolo, due coppe nazionali e la Coppa delle Coppe, e sta quindi ormai da qualche anno disputando campionati senza infamia e senza lode. Anche lo United non se la passa bene, dopo un decennio di successi dei quali Law è stato non solo protagonista, ma molto spesso artefice con le sue realizzazioni.

Dopo undici anni di militanza con i Reds, Denis Law torna nel club che l’ha lanciato, quello degli Sky Blues: una scelta insolita, se si pensa che sia lui che la sua famiglia sono tifosi della parte rossa della città. La sua prima stagione al City fu quella del 60-61, che può essere dipinta come il più classico dei trampolini di lancio di un bel centravanti nato nell’Huddersfield. Da qui, una breve deviazione in Italia con la maglia del Torino prima di tornare in patria nel campionato seguente con la maglia del suo United. Vivrà una carriera luminosissima, coronata anche dalla conquista del Pallone d’Oro. Stagione dopo stagione, Law diventa una bandiera e nel giro di undici campionati mette insieme un bel po’ di trofei. L’esperienza si chiude nel 1973, quando si compie il suo ritorno al City.

Nella stagione successiva all’Old Trafford la situazione diventerà sempre più difficile, giornata dopo giornata, quasi come l’addio di Law rappresenti un segnale di sventura. A Maine Road, invece, ci si accontenterà di veleggiare in lidi tranquilli. La crisi dello United portò la formazione a lottare per la retrocessione: verdetto che, a due giornate dalla fine, può essere ancora evitato. L’occasione per salvare la stagione, in tutti i sensi, sembra essere arrivata: derby in casa contro un City che ormai non ha più nulla da chiedere. Ma è qui che da simbolo Denis Law si trasformerà in carnefice.

I Reds devono assolutamente vincere se vogliono provare a salvarsi. La gara, dopo ottanta minuti, si sta incanalando verso uno 0-0 che non servirebbe comunque alla formazione di casa, visti i risultati dagli altri campi. Poi, Francis Lee dalla destra serve Law spalle alla porta che, quasi distrattamente, calcia con un colpo di tacco in fondo al sacco. La sua reazione è glaciale: nel suo volto c’è delusione e l’ombra di quelle lacrime che molto probabilmente avrà pianto dentro lo spogliatoio nel quale si accomoderà immediatamente dopo aver condannato la sua squadra alla retrocessione. Sarà la sua ultima gara in carriera. I tifosi dello United invaderanno poi il campo, decretando il termine della sfida prima del triplice fischio, tra le urla festanti di quelli del City, increduli per quanto accaduto. Law, un “diavolo” tanto odiato per più di un decennio, aveva condotto il nemico nell’inferno della seconda divisione.



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