Devil’s Rock
di Paul Campion
Nuova Zelanda (2011)
5 giugno 1944, notte prima del D-Day. Gli Alleati si preparano a sferrare l’attacco finale alla logorata “fortezza europea”, occupata dalle forze armate del Terzo Reich. Due commandos neozelandesi vengono inviati su una minuscola isoletta nel Canale per sabotare uno dei tanti pezzi d’artiglieria piazzati dai tedeschi, in previsione della controffensiva anglo-americana.
Tuttavia su quell’anonimo e insignificante atollo c’è qualcosa che va ben oltre la strategia e la tattica: un piccolo distaccamento delle SS sta evocando forze oscure, legate da tempo alle popolazioni che vivono sulle isole del Canale. Forze che risulteranno incontrollabili…
Commento
“La guerra è una puttana”.
La tagline di Devil’s Rock è decisamente accattivante, e anche il film non scherza. Pur trattandosi di una produzione low budget della lontana Nuova Zelanda, ci troviamo davanti a una pellicola molto interessante e piuttosto riuscita.
Innanzitutto c’è il consueto fascino – di cui abbiamo parlato più volte – che caratterizza la commistione tra guerra, occulto e nazismo. Il regista, Paul Campion, ne attinge a piene mani, realizzando un film claustrofobico e d’atmosfera, con pochissimi personaggi e una storia macabra che inquieta al punto giusto.
Lo spunto di partenza non è di quelli particolarmente originali: una piccola unita dei reparti “esoterici” delle SS ha preso dimora su una delle Isole del Canale occupate dai tedeschi. Oltre al consueto lavoro di protezione antiaerea, il fortino sull’isola è diventato la sede di un pericoloso esperimento di magia nera.
Il colonnello Meyer, architipo dell’ufficiale SS altezzoso, decadente e cupamente affascinante, ha recuperato un antico grimorio appartenuto agli antichi abitanti dell’atollo, che trafficavano con la stregoneria. Grazie al pericoloso libro Meyer ha evocato una creatura demoniaca di sesso femminile, affamata di carne umana e capace di leggere i pensieri degli uomini e di mutare forma. Grazie a essa intende vincera la guerra, ma il suo progetto è destinato a fallire.
L’arrivo sull’isolotto di due membri delle forze speciali neozelandesi ha luogo proprio nel momento in cui la creatura è divenuta incontrollabile, massacrando buona parte della guarnigione tedesca. Il solo Meyer sembra essere ancora in grado di limitarne il raggio d’azione, ma il demone diventa di ora in ora più potente…
Il film, in pratica, è tutto qui. La storia si gioca sui tre protagonisti principali: il capitano Ben Grogan (un ottimo Craig Hall), il colonello SS Meyer (Matthew Sunderland) e la diavolessa evocata dall’Inferno (Gina Varela).
Il livello di recitazione è buono, i dialoghi reggono, i picchi horror sono piuttosto schietti ed espliciti. La tonalità della fotografia varia costantemente tra il rosso e il nero, saturando l’atmosfera di una sensazione di morbosità funzionale alla trama. Peccato soltanto per il finale che sa di già visto, ma forse non si poteva pretendere altro.
Una pellicola che forse non lascerà il segno, ma godibile per gli appassionati del genere.
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