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The Diamond Jubilee

Creato il 10 giugno 2012 da Obyinlondon

The Diamond JubileeCome avvenne lo scorso anno per il Royal Wedding, la Famiglia Reale é di nuovo finita sulle prime pagine dei giornali (giornali d’informazione, perché sui tabloids ci sono quotidianamente) per un evento piuttosto importante, che di ritorno é stato proiettato ai quattro lati del pianeta per la gioia e l’odio di monarchici e repubblicani.
Quest’anno infatti, dal 2 al 5 Giugno 2012, si sono tenute le celebrazioni per i 60 anni di regno della Regina Elisabetta e, come la scorsa volta, la manfrina del “adesso vi inondiamo di informazioni che non avete chiesto” é cominciata ben prima che l’evento fosse alle porte; ecco quindi che un giorno apri il giornale e ti ritrovi il menu del  pranzo reale (ma qui noto che anche l’italianissimo Corriere non scherza), un altro il percorso della parata, un altro ancora la lista dei cantanti per il concerto, un altro ancora scopri la fondamentale notizia che la Regina avrá dei pesi attaccati alla sottana perché la giornata sará ventosa (effettivamente leggere questa notizia mi ha tranquillizzato un po’).

Certamente vi starete domandando se l’evento abbia dato occasione per l’accensione delle critiche e dibattiti sulla presenza della monarchia in uno Stato avanzato del mondo all’alba del 2012 DC? Ecco: no.
Qua nessuno si stanca mai della monarchia. Ancora meno sono quelli che la criticano. Persino i giornali piú liberali e progressisti come Economist, Guardian ed Independent hanno pubblicato sporadici articoli negativi — quanto piú di fredda analisi — verso simili eventi. Dei tre maggiori partiti politici in UK nessuno é contro la monarchia, ed i pochi movimenti antimonarchici sono piccoli ed in ombra.
Si penserebbe che gli anni che passano e la naturale evoluzione della societá dovrebbero dare al popolo britannico il tempo di guardarsi attorno e realizzare che la monarchia é un’istituzione vecchia e vetusta. Invece dalla morte di Lady Diana in avanti il supporto per la monarchia é sempre rimasto alto: all’alba del 2012 la percentuale di britannici contrari alla monarchia é stabile sotto il 30%.

E’ una cosa che all’estero non si comprende. Quasi tutti gli Stati Europei arrivano da una storia di monarchia che ad un certo punto é stata ‘decapitata’ (in un certo Stato proprio letteralmente) e rimpiazzata da una repubblica parlamentare di sorta: oggi si guardano indietro come se si parlasse di demoni estirpati, associati a societá retrograde ed ingiuste; non si comprende come mai l’economicamente sviluppato Regno Unito non segua l’esempio. Restano basiti quando vedono i ‘Britons’ spillare allegramente soldi per mantenere una famiglia di ricchi viziati nullafacenti — e vedere giornalisti di spicco non sollevare una critica — e forse proprio per questo osservano con curiositá notizie e reportage di questo curioso animale da circo.

Forse perché all’estero non sanno il segreto.
Il segreto é che i britannici non spillano un bel niente.  Sono proprio gli stranieri che fanno andare avanti il carrozzone.

Ecco come funziona:
La famiglia reale incassa un contributo annuale dal governo — quindi dai cittadini — chiamato civil list, con il quale deve ‘mantenersi’ per un anno. Questa cifra ad oggi ammonta a £38.2 milioni, ossia 62 centesimi di sterlina per cittadino (e sono certo che per alcuni pagare 62p per vedere un anno il culo di Pippa; e l’anno dopo Robbie Williams gratis, sembrebbe giá un affare), e con questi soldi paga stipendi (il 70% del totale), manutenzione di palazzi e giardini, e spese di amministrazione.

La cosa che é forse ancor meno risaputa é che la famiglia reale genera denaro: dagli affitti dalle proprietá che possiede, dalle visite ai palazzi Reali, visite ai musei Reali etc; ma sopratutto che non si puó tenere l’incasso: i soldi generati vengono infatti restituiti alla tesoreria: circa £200 milioni ogni anno. Dopo averne usati £38.2. Ohibó, stai a vedere che la Famiglia Reale é un business?
E certo.
I Reali non sono mantenuti, si mantengono. Ci mantengono. Non bastassero i £180 milioni di attivo restituiti al governo, il denaro portato alla nazione dal turismo é incalcolabile: pensate ai curiosi che si fiondano a vedere William e Kate ad ogni spostamento, al merchandise con le immagini dei membri della famiglia reale. O pensate ai tabloids ed ai programmi TV, ai giornalisti perennemente assegnati alla Famiglia Reale, ai capi che Kate Middleton fa diventare trendy in un giorno. Non é una questione di essere monarchici o repubblicani, é una questione di senso per gli affari.
C’é poi l’aspetto di esempio morale per il paese, di immagine di unione e sicurezza: la famiglia reale é anche amata perché piuttosto moderna e vicina al popolo, insomma sono persone come noi: William e Kate fanno opere di volontariato, la Regina prende il treno per andare a visitare i nipoti, Harry si ubriaca vergognosamente e cade in una piscina;  é tutta gente proprio come noi.

Difficilmente vedrete Carlo e Camilla andare in Botswana ad una imbarazzante caccia agli elefanti o, chessó, il duca di Edimburgo coinvolto in scandali legati a slot machines e prostituzione.

Al centro di tutto questo c’é lei: Betty. La colonna portante della monarchia nella societá moderna, il collante della Famiglia Reale, l’immagine di stabilitá nel corso dei decenni. Sessanta anni di Regno sono tanti, e lei ha sempre dato un immagine impeccabile di sé, dalla presenza constante a Londra durante gli anni della guerra, alla sua partecipazione attiva alla stessa, ai discorsi di conforto in momenti bui, al cantarla al ministro buzzurro che le fa girare i cinque minuti. Questo le ha meritato un’ immagine di rispetto e devozione da parte del mondo.

Oggi se la ride; scarrozzata qua e lá, si gode gli ultimi anni lieti di una vita piena di eventi. Nuove stelle come William e Kate hanno molta strada da fare per conquistare la popolaritá della buona Betty, e certamente non potranno mai raggiungere gli stessi anni di regno (anche perché, di questo passo, ce la ritroviamo anche per le celebrazioni per i 70 anni di regno). Sopratutto hanno l’incertezza di cosa succederá  dopo la sua dipartita: il Commonwealth cadrá probabilmente a pezzi, molti dei suoi Stati si proclameranno indipendenti, il ‘business’ della monarchia diventerá un po’ meno globale ed un po’ piú locale. Ma lei non ha di che preoccuparsene, dopotutto il suo lavoro l’ha giá fatto.

Ad ogni spero di avere dato chiarito le idee a tutti quelli che si domandano perché nel Regno Unito c’é la monarchia, e perché non se ne liberano. Di certo la monarchia britannica non se ne andrá da nessuna parte per molti, molti anni.


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