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The divergent series – insurgent

Creato il 19 marzo 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

Shailene-Woodley-e-Theo-James-ritratti-nel-final-poster-di-InsurgentColpo di scena a parte, la saga continua a deludere

Secondo capitolo della saga Divergent, The Divergent Series – Insurgent ha il pregio di svelare qualche intricato meccanismo, ma non riesce a elevarsi a prodotto di indubbia caratura sociale. Rimanendo invischiato nelle sabbie mobili del romanticismo tra i due protagonisti, The Divergent Series – Insurgent si permette un cambio di rotta seguendo il percorso di Tris, finalizzato all’accettazione di se stessa.

Tris, Four, Caleb e Peter, una volta scappati dall’imboscata organizzata da Jeanine nella fazione degli Abneganti, raggiungono i Pacifici. Qui i quattro ragazzi scopriranno che Jeanine sta cercando disperatamente i divergenti, minaccia per l’intera umanità.

Dopo il primo film, che da regole non scritte di saga action-adolescenziale viene predisposto a pellicola di preparazione e presentazione, ci si aspettava un’opera che cominciasse a definire il tema e che si staccasse dal mero intrattenimento romantico adolescenziale. The Divergent Series – Insurgent attesta un colpo di coda in chiusura, ma nulla di più; difatti il film diretto da Robert Schwentke si sviluppa noiosamente per quasi tutte le due ore. Non un guizzo degno di nota, non un innalzamento di tensione narrativa. The Divergent Series – Insurgent rimane ancorato alla chimica tra i due protagonisti e si preoccupa di stilare in modo netto e deciso il percorso di espiazione di Tris, debitamente punteggiato da fugaci soste nelle fazioni corrette (all’inizio Tris si ritrova tra i pacifici per espiare la propria colpa, successivamente i candidi sono lo strumento per ammetterla e smettere di mentire a se stessa).

Inoltre il lato personale più interessante e a cui viene dedicato poco spazio (sentirsi colpevole per aver ucciso un amico) viene messo da parte in favore di una costruzione narrativa più votata alla costante lotta contro gli eruditi (la fazione al potere). Per questo motivo The Divergent Series – Insurgent lascia perplessi; come anticipato esibisce un colpo di coda che rimescola le carte, ma è l’unico elemento che chiude idealmente una parte per aprirne una nuova, dalla quale lo stesso spettatore non sa cosa aspettarsi.

L’impressione finale è quella di osservare una saga che avrebbe molto da dire e altrettante frecce al proprio arco, ma non sembra in grado di sfruttarle a dovere. Non bisognerebbe, ma il confronto con una saga ben più celebrata (Hunger Games) salta all’occhio. Non tanto per la tematica affrontata, quanto piuttosto per l’equilibrio mancante tra dubbi personali e interessi sociali che è evidente in The Divergent Series – Insurgent e che invece è ben sfruttato in tutti e tre i film di Hunger Games.

The Divergent Series – Insurgent non è compiutamente accattivante e fatica a coinvolgere il pubblico. La banalità di alcune scelte (dettate probabilmente anche dalla struttura narrativa del romanzo) di scrittura e di messinscena suggeriscono lo svolgimento della vicenda in modo troppo esplicito. È questo il grande errore di The Divergent Series – Insurgent: non staccarsi mai dalla convenzionalità di genere, che provoca (spesso) momenti di “stanca” e scelte eccessivamente “telefonate”. Tuttavia il successo dei libri e dei film porterà al cinema altre due pellicole e, vedendo il risultato (mediocre) dei prodotti cinematografici, ci si chiede se i romanzi siano nettamente degli strumenti migliori.

Uscita al cinema: 19 marzo 2015

Voto: **


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