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The Divergent Series: Insurgent

Creato il 28 marzo 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
  • Anno: 2015
  • Durata: 119'
  • Distribuzione: Eagle Pictures
  • Genere: Avventura
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Robert Schwentke
  • Data di uscita: 19-March-2015

The Divergent Series: Insurgent è un film del 2015 diretto da Robert Schwentke, con Shailene Woodley e Theo James, tra i principali protagonisti. La storia è ambientata in un classico futuro post distruzione del mondo. Segue il precedente Divergent del 2014, ed è la trasposizione cinematografica del romanzo Insurgent del 2012, scritto da Veronica Roth, secondo dei tre libri della serie.

Una Chicago futurista e semidistrutta è lo scenario di questo film. Una recinzione all’orizzonte, che è poi la chiave di tutto, configura un mondo chiuso, dove ogni dinamica viene placata dalla divisione della società in gruppi o fazioni, che non dipendono dal censo o dal denaro, ma dalle capacità specifiche degli individui. Una società meritocratica per categorie, che resta in equilibrio perché tutti stanno al loro posto. Solo i Divergenti sono, appunto, diversi e non si uniformano alle regole.  In questo contesto c’è la Divergente Tris che ha poteri particolari e non vuole sottostare ad alcuna regola. Un’elegante scatola chiusa, vagamente orientale, da aprire e la perfida Jeanine, che dà la caccia alla protagonista Tris, sono il soggetto della vicenda. Una trama scarna, contrappuntata da vicende altre che sembrano voler allungare il brodo.  Beatrice Prior (Tris) è ricercata per metterla alla prova nei confronti della scatola che dovrebbe dare delle risposte importanti alla glaciale regina di quel piccolo mondo. Tris, aiutata dal suo compagno Quattro (Theo James), è un pericolo per chi le dà asilo; la bucolica vita nel villaggio dei Candidi, che apre la storia, non può dunque avere lunga durata, e poco dopo la coppia sarà di nuovo in fuga. Purtroppo la sequenze delle fughe, dei tradimenti, della ricerca di rifugio, non risolvono la narrazione e soprattutto non creano situazioni particolarmente interessanti.

Come molte pellicole che sono il seguito della precedente, The Divergent Series: Insurgent manca di alcune basi per comprenderlo bene. In ogni caso non ha la potenza del primo della serie. Anche il produttore Douglas Wick lo conferma, “in Divergent abbiamo costruito un mondo e in Insurgent lo facciamo a pezzi”. E questo è esattamente quello che accade, però non risulta cosa totalmente gradevole. Tris, non smette di ricordare la tragica scomparsa della sua famiglia e di rammaricarsi della natura subdola del fratello, ma soprattutto scappa da un destino dal quale non può fuggire e che, solo quando deciderà di affrontarlo con coraggio, porterà tutto il suo mondo alla risoluzione della storia. Mentre nel primo film la definizione e le caratteristiche delle cinque fazioni sociali era divertente e interessante, in questo caso, dandola per scontata, non si riceve alcun input in più e conseguentemente spesso la vicenda manca di chiarezza ma anche di originalità. Tra gli elementi interessanti è il volto infantile e apparentemente adatto a storie da liceo, o da Libreria del Mistero, di Shailene Woodley, la protagonista. Un volto paffutello e pulito che appare stridente rispetto alla violenza o alle doti fisiche e mentali che si configurano nel suo personaggio: questo crea a volte piacevoli contrasti. La sua espressione però, troppo statica, non rivela nell’attrice un’adeguata gamma di emozioni. Una specie di giovane Giovanna d’Arco che, tra pietà per i deboli e forza interiore, vince i cattivi e scopre il mistero dell’ineffabile Scatola, ma, con un volto atarattico.

Ci si chiede come continuerà l’eventuale seguito di questo film che sembrerebbe giunto a una fine oggettiva! Per questo bisogna andarsi a leggere il libro della Roth.  Per far capire che continua, infatti, gli autori hanno deciso di usare una parola che raramente è inserita in un titolo: Series.  Come potrebbe continuare dunque l’avventura? Staremo a vedere, visto che fino a qui sembrano aver scoperto tutte le carte. Ci si augura che s’inseriscano nuovi temi, non come in questo caso in cui il prodotto finito, come accade anche per alcuni libri seriali, appare come un’opera di transizione.

Alessandra Cesselon


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