Miniatore e poeta, già all'età di 4 anni mostrava i primi segni di quella sottile inquietudine visionaria che lo accompagnerà per tutta la sua carriera.
Una personalità sensibile, fragile, fantasiosa, spesso turbolenta, gli è costata la sfortuna presso i contemporanei, che non potevano comprendere appieno i segreti della sua arte.
William è un incontro perfetto tra Dante, Shakespeare, Milton e Rimbault, con l'aggiunta di una particolarissima visione della vita, che fanno di lui un surrealista decadente più che un romantico. The songs of Innocence e The songs of Experience sono raccolte poetiche esemplari per comprendere quella visionaria esistenza: L'innocenza si incarna con la gioia, la fanciulezza, la spensieratezza dell'infansia; l'esperienza è il male dell'uomo, con le sue leggi e istituzioni, con l'egoismo e la schiavitu'. Innocence ed Experiece sono il Bene e il Male, l'Amore e l'Odio, la Notte e il Giorno: sono parti complementari, indivisibili, creati dalla stessa entità mistica e quindi radicati nell'animo umano senza possibilità di scampo. Blake vede il Bene come una sorta di passiva accettazione; mentre il Male è attivo, irruento ed estremamente affascinante:
Miniatura.William Blake
"Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale fu l’immortale mano o l’occhio
Ch’ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria?
In quali abissi o in quali cieli
Accese il fuoco dei tuoi occhi?
Sopra quali ali osa slanciarsi?
E quale mano afferra il fuoco?
Quali spalle, quale arte
Poté torcerti i tendini del cuore?
E quando il tuo cuore ebbe il primo palpito,
Quale tremenda mano? Quale tremendo piede?"
(The tyger- Songs of Experiece)
Le visioni di angeli e demoni, che sosteneva di vedere fin da piccolo, hanno influenzato la poetica di Blake, a tal punto che egli si è creato col tempo una sua particolare religione filosofica: soltanto l'immaginazione può tendere a Dio. Il poeta, ascoltando la sua luce interiore, può spalancare le porte della percezione, abbandonandosi all'infinito. Egli diventa una sorta di "poetae vatae", un profeta che attraverso le esperienze sovrasensoriali giunge all'eterno.
Soltanto ascoltando la percezione, nell'abbandono dei sensi, si giunge alla fusione tra l'universo infino e l'uomo, in uno slancio mistico di difficile interpretazione. Le raccolte più complesse, come Jerusalem o The marrige of heaven and hell, si affollano di mostri, demoni, sibille e proferti, alla ricerca dell'esperienza che creo' il mondo. Blake esaltava l'istinto e la libertà, perseguiva esuberanza ed eccesso contro ogni tipo di limitazione e repressione, contro le inibizioni della società civile.
Tra il genio e la follia, Blake avrà largo seguito presso i posteri, specialmente negli anni '90, proprio per quelle teorie sulla percezione e l'infinito. Uno dei gruppi americani più famosi di tutti i tempi "The doors" deve molto al poeta inglese: Jim Morrison, personalità così creativa folle ed esuberante, non poteva restare indifferente alle parole di Blake "Se le porte della percezione fossero spalancate, ogni cosa apparirebbe all'uomo come realmente è, infinita"
Non è un caso che il nome del gruppo richiamasse proprio "The doors of perception".
Jim Morrison poco prima di spegnersi diceva "La creazione è sempre posseduta dal mistero e dal dolore. Oggi stai creando te stesso: accetta l'inaccettabile, qualunque cosa accada, abbandonati. Devi provare in modo completo qualsiasi tipo di sensazione, qualsiasi tipo di sofferenza"
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