The Elder Scrolls Online Tamriel Unlimited – Recensione

Creato il 25 maggio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Abbiamo giocato The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited, versione migliorata e senza canone mensile del MMORPG fantasy di ZeniMax

The Elder Scrolls Online rappresenta l’ingresso da parte di ZeniMax e Bethesda nel mondo dei giochi di ruolo multiplayer online (in gergo MMORPG), dopo il successo di The Elder Scrolls V: Skyrim nel 2011. Il titolo è stato pubblicato su PC e Mac nella primavera del 2014 con un canone mensile necessario per giocare, scatenando pareri contrastanti. A inizio anno Bethesda Softworks ha deciso di rimuovere la necessità di pagare la sottoscrizione, annunciando l’edizione Tamriel Unlimited che comprende tutti gli aggiornamenti approdati sui server in questi mesi, e si prepara a pubblicare il gioco anche su PlayStation 4 e Xbox One con un’uscita prevista per il 9 giugno.

Che cos’è The Elder Scrolls Online?

The Elder Scrolls Online è il primo titolo della famosa serie ad aprirsi al multiplayer e richiedere una connessione per poter essere giocato: è così possibile esplorare insieme ai propri amici le terre di una Tamriel non interamente riprodotta, ma comunque enorme nella sua estensione virtuale. Il gioco, come ogni MMO, comincia con la creazione del personaggio e la scelta della fazione a cui aderire, all’interno di un contesto politico che vede tre alleanze in guerra per il dominio di Tamriel.

Il giocatore deve scegliere uno tra quattro archetipi di classe, che lasciano comunque una grande libertà di personalizzazione del personaggio grazie a diversi rami di poteri che si possono apprendere spendendo skill points. Come in Skyrim le abilità salgono con l’uso, quindi più si usano le armi a due mani e più si diventa bravi a brandirle. Ad ogni passaggio di livello si riceve un punto attributo da distribuire tra vita, stamina e magicka, potendo così scegliere tra un PG più difensivo, basato sulla forza fisica o votato alla magia.

Il sistema di combattimento costituisce una via di mezzo tra un action combat e un combat statico con bersaglio, e in quanto tale non risulta particolarmente entusiasmante. La schivata, il blocco e il contrattacco, dettati dall’uso della stamina, lo rendono però piuttosto tattico, e il rifacimento delle animazioni operato qualche mese fa da ZeniMax contribuisce a elevarlo al di sopra della sufficienza. L’interfaccia di gioco, pur ricordando Skyrim nel suo minimalismo, fornisce troppe poche informazioni per un MMORPG; per fortuna è possibile rimediare con l’uso di add-on appositi.

Per livellare bisogna esplorare regioni, completare quest, perlustrare sotterranei e caverne, sconfiggere i boss, respingere le invasioni dei Dark Anchors o combattere contro altri giocatori a Cyrodiil (su cui torneremo più tardi). Sono poi presenti tre gilde a cui ci si può affiliare seguendo i vari filoni narrativi relativi ad ognuna. D’altronde in The Elder Scrolls Online le quest sono tutte doppiate, anche quelle secondarie, cosa che rappresenta un bel plus in fatto di coinvolgimento.

The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited presenta ambientazioni ricche e paesaggi ispirati, sebbene talvolta un po’ ripetitivi.

Vi è inoltre la storyline principale che riguarda ogni personaggio. Pur essendo un gioco online massivo, la trama ricopre infatti un ruolo fondamentale: in The Elder Scrolls Online Tamriel è minacciata da Molag Bal, principe daedrico dell’inganno, che ha sguinzagliato i suoi sgherri allo scopo di fondere la terra col piano dell’Oblivion. Il giocatore si trova così a lottare contro Molag Bal e il suo servitore Mannimarco, che ha sottratto l’anima all’eroe mediante un oscuro rituale, e per riuscire nell’impresa viene aiutato da un misterioso personaggio chiamato il Profeta. La trama si disvela a mano a mano che il giocatore cresce di livello, e non si limita allo schieramento scelto in fase di creazione del PG: una volta completata la storyline della propria alleanza, infatti, si sbloccano le regioni delle altre fazioni con relative missioni. Una scelta atipica per un MMORPG e, in verità, piuttosto infelice, dal momento che aiutare fazioni che teoricamente sono ostili riduce il senso d’immersione.

Questa scelta di design è legata a doppio filo all’altro grande problema del gioco: i veteran rank (VR). Questi altro non sono che ulteriori livelli di progressione che iniziano una volta raggiunto il livello 50 e che allungano forzatamente la fase di levelling, dal momento che arrivare al cap del VR14 è un processo estremamente lungo e, in fin dei conti, noioso. ZeniMax ha corretto in parte il tiro con l’implementazione del champion system, sistema che fornisce un senso di avanzamento più significativo assegnando punti che possono essere impiegati per imparare utili abilità passive.

La rosa di attività che si apre all’endgame è piuttosto generosa e va dalle versioni veterane dei dungeons alle trials (impegnative avventure per dodici players), dalla regione solo per veterani di Craglorn fino alla Dragonstar Arena, evento di sopravvivenza PvE per quattro giocatori. L’endgame, tuttavia, necessita di contenuti inediti dopo mesi di immobilità, problema che la ZeniMax ha promesso di risolvere dopo l’uscita del gioco su console con l’introduzione della Città Imperiale. Quest’ultima è la capitale di Cyrodiil, unica regione di Tamriel dedicata allo pugna tra giocatori grazie alle campagne PvP che consentono alle tre alleanze di scontrarsi per il controllo di possedimenti, castelli e fortezze. Questa modalità è ben sviluppata e permette lunghe battaglie con centinaia di PG a schermo.

Oltre alle attività legate al combattimento sono poi presenti attività secondarie, come la pesca, e le professioni artigianali. Le sei professioni disponibili vanno dalla forgiatura alla sartoria fino all’alchimia, e possono essere imparate tutte: in generale il crafting è soddisfacente grazie alla curva di apprendimento graduale e all’enorme quantità di oggetti utilizzabili. Non si può inoltre non menzionare il justice system da poco introdotto, che finalmente dà un senso alle attività illegali. È infatti ora possibile rubare oggetti nel mondo di gioco, scassinare serrature e persino uccidere NPC neutrali, ma se scoperti i personaggi criminali vengono perseguiti dalle guardie finchè non scontano la loro pena o fanno sparire le proprie tracce con l’aiuto di un contrabbandiere. Il justice system è insomma una funzionalità brillante e divertente che aggiunge un nuovo livello di complessità al titolo.

Tecnicamente The Elder Scrolls Online ha fatto passi da gigante rispetto alla release e oggi può vantare un motore ottimizzato e sostanzialmente privo di bug. Il comparto grafico è notevole per un MMO, mentre artisticamente il gioco è piacevole. Dove invece pecca clamorosamente è nella scelta dei colori: la palette cromatica è troppo desaturata, presentando colori spenti e poco brillanti che dopo alcune ore possono venire a noia. È possibile modificare la palette mediante l’uso di tool grafici come SweetFX, ma l’assenza di una voce apposita nelle opzioni lascia con l’amaro in bocca.

Il nuovo modello buy to play

ZeniMax ha anche migliorato il gioco di gruppo, rendendo più semplice la gestione dei party nelle quest e nei dungeons.

Come detto dal 17 marzo il gioco non richiede più un canone mensile obbligatorio, adottando la stessa formula di Guild Wars 2. Gli utenti che decidono di pagare comunque la sottoscrizione, chiamata ESO Plus, hanno diritto a una serie di benefici come un boost all’exp e ai gold, oltre a un bonus di 1500 Crowns al mese. Queste corone rappresentano la moneta con cui è possibile fare acquisti nel nuovo negozio interno al gioco: il Crown Store consente di comprare mounts, pets, costumi estetici e pozioni di basso livello, ma niente che sbilancia il gameplay a favore di chi paga. Il cosiddetto “pay to win”, per fortuna, è scongiurato, e il modello buy to play (ovvero “compri una volta e giochi per sempre”) ha attirato tanti nuovi players sui server.

La versione per PS4 e Xbox One, in uscita il 9 giugno, presenterà gli stessi contenuti dell’edizione PC e peserà 60GB. Inoltre il gioco scatolato non richiederà CD key, permettendo così il mercato dell’usato. Anche la versione console, infine, non è localizzata in italiano e sarà disponibile in inglese, francese e tedesco.

In fin dei conti puntare su The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited potrebbe rivelarsi una scelta vincente, per un gioco che ha risolto i suoi principali problemi e che sembra avere davanti a sé una strada in discesa (un futuro roseo), a maggior ragione dopo l’uscita della versione console. Il titolo presenta ancora alcune mancanze, ma in questi mesi è stato aggiornato bene dagli sviluppatori grazie a continui aggiustamenti. The Elder Scrolls Online, in altre parole, è un MMORPG consigliato a tutti gli appassionati di giochi di ruolo online che amino l’universo immaginario creato da Bethesda e ZeniMax. È possibile ricevere ulteriori informazioni, così come acquistare o prenotare il prodotto, sul sito ufficiale.

Tags:bethesda,buy to play,cyrodiil,mac,MMORPG,playstation 4,skyrim,tamriel unlimited,the elder scrolls,xbox one,zenimax Next post

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