PC
Livello di Attesa
8
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Genere: Azione
Sviluppatore: Mouldy Toof Studios
Produttore: Team 17
Distributore: Digitale
Lingua: Inglese
Giocatori: 1
Data di uscita: TBA
Fuggire dal penitenziario, tema spesso ricorrente in film e serie TV, o nella letteratura. Da qualche tempo, anche il mondo videoludico ne ha preso spunto, proponendoci titoli più o meno riusciti in cui uno o più protagonisti tentavano una fuga da molti ritenuta impossibile. Ricordiamo la recente avventura grafica 1954: Alcatraz e ne prendiamo spunto per parlare di The Escapists, titolo indie pubblicato da Team17 che nella giornata del 9 luglio giungerà su Steam in versione Early Access. Il nostro obiettivo sarà quello di fuggire dal carcere; come e in che modo starà a noi scoprirlo e deciderlo, sempre se tutto filerà liscio…
DORMI, MANGIA, LAVORA, PICCHIA E SCAPPAChiusi in una cella con una tuta arancione, distesi su un letto. The Escapists non è certo un videogame che si perde in presentazioni o spiegazioni di sorta; l’alter-ego impersonato è un carcerato e i suoi sogni diventano subito chiari, ma tra le tante insidie nascoste all’interno del penitenziario servirà un gran piano e tanta attenzione per farla franca, nella grande fuga! Chiamati a raccolta dopo il primo risveglio, verremo a conoscenza del nutrito gruppo di delinquenti e del buon numero di guardie presenti, sempre pronte a darci manganellate e a infondere un po’ di sana educazione (!) sulle nostre ossa. Un micro-mondo, quello in cui siamo immersi, composto e influenzato da routine e abilità, o di oggetti utili che andranno collezionati nel nostro ristretto inventario. I primi passi in tal senso li muoveremo grazie a specifiche side quest (non sempre così facili da portare a termine) attivabili instaurando un rapporto coi compagni di reparto, solitamente si tratta di piccoli compiti come il recupero di oggetti o scazzottate utili a distrarre le guardie in determinati frangenti, che se portate a termine ci vedranno guadagnare una piccola somma di denaro. Come potremo usarlo? Semplice, per l’acquisto – tutt’altro che legale o autorizzato, ovviamente – di utensili ed oggetti vari e necessari alla nostra fuga. La vita all’interno del carcere è ben riprodotta in termini di routine, ma non nel resto, come il senso di oppressione e desolazione che spesso e volentieri tanti detenuti hanno, o dei tanti “giochini” sporchi che detenuti ritenuti importanti e guardie carcerarie spesso riservano ai nuovi arrivati, alla “carne fresca”, per così dire. Ciò rende leggero e fruibile il gioco, che non è nemmeno molto violento, come ci si potrebbe aspettare; certo, scazzottate e manganellate sono quasi all’ordine del giorno, ma è tutto molto oculato (anche grazie al comparto grafico, su cui torneremo) per far sì che l’attenzione del videogiocatore ricada sugli aspetti ritenuti importanti dagli sviluppatori.
Primo tra tutti il rispetto della quotidianità, se così può esser chiamata, quindi dei compiti a noi assegnati: riunito il gruppo, sarà obbligatorio far colazione, quindi recarsi al lavoro (nel nostro caso, inizieremo con compiti in lavanderia) in modo da non dare nell’occhio, comportandosi come carcerati modelli, o quasi. Immancabile l’esercizio fisico, che aiuterà a crescere alcuni degli attributi del nostro personaggio, e sporadicamente anche delle capatine in biblioteca potranno rivelarsi utili: accrescono l’intelligenza, consentendoci così di ideare ed assemblare svariati oggetti in modo diverso e più originale, per craftare particolari “utensili” da lavoro. In tutto questo, The Escapists riesce a rendere in maniera piuttosto buona la rigidezza della vita carceraria, tanto che un solo errore o una scazzottata inutile potrà costringervi ad iniziare tutto daccapo, qualora gli “oggetti speciali” fossero all’interno del vostro inventario. Custodirli gelosamente nella propria cella, quindi, diventa di estrema utilità, non solo perché così facendo saranno al sicuro, ma anche perché vi risparmierete controlli sempre più insistenti da parte delle guardie, che se vi beccheranno più volte con le prove in tasca potrebbero perfino perquisire la vostra piccola cella.
Uno degli aspetti meno curato è il sistema di combattimento. Non si può pretendere chissà cosa da un gioco che, sostanzialmente, tenta di gettare il giocatore in un contesto particolare, in modo tale da sfruttarne le possibilità offerte per tentare la fuga, ma tenuto conto dei tanti momenti di violenza spicciola con cui avremo a che fare, un combat system un pelo più intrigante non ci sarebbe dispiaciuto. Sia che si faccia uso di armi bianche e sia che si decida di fare alla vecchia maniera, quindi a suon di pugni, combattere contro uno o più carcerati o solamente rispondere alle botte delle guardie non dà soddisfazione. Si è costretti a menar le mani premendo il solito tasto, attraverso la visuale dall’alto con la quale il titolo si propone, finché uno dei due “contendenti” non stramazza a terra. Spesso i colpi non avranno alcun effetto, e altrettanto spesso cadremo a terra, svenuti, per poi riapparire all’interno dell’infermeria della struttura. Nel caso in cui la scazzottata vada a buon fine, bisognerà poi sfuggire alle ricerche a tappeto delle guardie – un sistema di sospetto posto nell’interfaccia di gioco ci informerà quando saremo al sicuro – nascondendoci in una delle tante stanze che compongono la prigione. Ma potrebbe essere tutto inutile, a volte… Certo, un livello di sospetto di questo genere rende poco credibili certe fasi di gioco, soprattutto perché si è all’interno di una struttura carceraria e si fa fatica a credere che le guardie, passato un periodo di tempo, dimentichino del tutto le nostre cattive e spregiudicate azioni, ma in tal modo si concede al giocatore un buon margine di manovra, utile in tutte le svariate circostanze che potremo considerare “calde”. La riuscita del titolo dipenderà moltissimo anche dalla reali possibilità offerte in-game, o meglio, dei metodi di fuga possibili. Nella nostra prova ci siamo concentrati su quella più scontata, ossia nello scavare una buca partendo dalla nostra cella, e anche in questo caso ci siamo trovati dinnanzi a problematiche non da poco, come lo smaltimento dei detriti estratti. A questo punto, abbiamo disseminato armadietti e scrivanie delle celle di altri carcerati con quantità (non industriali, ma quasi) di polvere, terriccio e detriti, tentando di scaricarne in parte anche nel water presente in ogni stanzino, compreso il nostro! La qualità dello scavo è andata via via migliorando grazie al crafting di nuovi utensili e all’utilizzo di sostegni in legno, ma pensiamo che queste siano soltanto piccole premesse delle grandi potenzialità promesse dallo sviluppatore; starà al videogiocatore scoprirle tutte, anche se potrebbero esserci difficoltà negli attimi iniziali di gioco, in cui la sperimentazione nell’assemblare materiali e oggetti non è automatica e scontata. A tal proposito, è da rimarcare un senso di dispersione che potrebbe affliggere l’esperienza dei meno smaliziati ed abituati al genere. Niente che un po’ di pratica e impegno non possa risolvere, chiaramente. Tanto dipenderà anche dall’editor, non ancora presente nella versione da noi testata ma prevista come lancio futuro, grazie al quale ci si potrà sbizzarrire nel creare prigioni per poi condividerle con l’intera community.
Concludiamo con qualche considerazione tecnica, sebbene il titolo sia ancora in fase di sviluppo e godrà di diversi processi migliorativi in vista dell’uscita fissata a un generico “fine 2014”. La pixel art è ben realizzata, anche se non al top qualitativo; gli ambienti sono piuttosto cupi, poco allegri, come ci si aspetterebbe da un carcere e questo stile visivo/artistico consente di smorzare le fasi più violente, di pestaggio, alle quale accennavano poco sopra. Lo stesso dicasi del comparto audio, costituito da brani molto carini ed effetti sonori ben campionati; non male nemmeno i dialoghi tra i carcerati – espressi tramite vignette scritte – che consentono al gioco di offrire qualche particolare in più al giocatore, che si troverà immerso in un titolo indie quasi completamente privo di spunti narrativi.
IN CONCLUSIONEThe Escapists, che il 9 luglio giungerà in formato Early Access su Steam, è un titolo decisamente particolare. Da un lato un concept di gioco interessante per tematiche, che incoraggia in maniera molto decisa l'esplorazione e l'improvvisazione, dall'altro il timore che il senso di dispersione che spesso affiora nelle fasi gameplay possa in qualche modo intralciare la “normale” routine in galera. A tal proposito potremmo parlare delle side quest, tramite le quali spesso e volentieri si andrà in confusione, non riuscendo a capire che zona raggiungere, o come realizzare quanto chiesto. Piccoli ma svariati i momenti di frustrazione, quindi, che però sono accompagnati da un'ottima colonna sonora e da una grafica pixel art dal duplice compito: smorzare i toni violenti che spesso assume il gioco e rendere il software leggero e fluido sulla stragrande maggioranza dei PC; ad ogni modo, le premesse sono valide ma migliorabili, starà agli sviluppatori darsi da fare nella manciata di mesi che ci separano dal rilascio ufficiale, stimato per fine anno.