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The faculty

Da Lupokatttivo

Gli ultracorpi secondo Robert

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Nel 1998 Rodriguez aveva gia’ girato “El mariachi”. Nel 1998 Rodriguez era gia’ amico e pupillo di Quentin. Nel 1998 Rodriguez si era gia’ fatto notare con “Dal tramonto all alba”. Nel 1998 eravamo tutti piu’ giovani e Rodriguez, piu’ giovane anche lui, gira “The faculty”. Per un qualche scherzo cosmico ho ignorato questo film fino a ieri. E ho fatto malissimo. Perche’ se l’avessi visto nel 1998 lo avrei eletto a pietra miliare del cinema. Oggi con un briciolo di maturita’ in piu’, lo guardo, me lo godo, non lo elevo a capolavoro ma lo consiglio spudoratamente. Per una miriade di motivi. Intanto i ragazzi ci sono tutti. E non sono ancora famosi. C’e’ Elijah “Frodo” Wood che fa lo sfigato (tanto per cambiare), c’e’ Josh “30 giorni di buio” Hartnett, giovane e implume, c’e’ Salma Hayek, e c’e’ la regia di Rodriguez. Sempre lui. Il film e’ una teen-horror-comedy di fantascienza, che fa il verso, e non solo, al celeberrimo “Invasion of the body snatchers”. “L’invasione degli ultracorpi” ha una trama che regge sempre bene, e anche se sai gia’ come va a finire, nelle sue innumerevoli reincarnazioni e’ sempre gradevole. Abbiamo gia’ visto “Terrore dallo spazio profondo”, “Invasion”, e ora questo “The faculty”. La differenza rispetto agli altri e’ che qui “Invasion of the body snatchers” non solo viene apertamente citato ma addirittura preso a modello per sventare il piano alieno. Gli effetti speciali sono ridotti al minimo ma ottimamente realizzati, la regia e’ sempre all’altezza, c’e’ humor quanto basta, azione, suspence e un ambientazione (il college) ingenuamente nostalgica. E’ un b-movie onesto, piacevole, dove tutto funziona a meraviglia….e con un mostrone finale strepitoso: per tutti quelli che vogliono passare un’oretta e mezzo spensierata e staccare felicemente la spina dal quotidiano.
Per chi invece vuole un prodotto di alto livello il consiglio e’ di riesumare l’originale, o ancora meglio riguardarsi l’insuperabile remake del 1978 “Terrore dallo spazio profondo” con le sue atmosfere cupe ed un Donald Sutherland da antologia del cinema.



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