Magazine Cinema
Orari serratissimi da carcere duro e, ovviamente, niente macchina.
Ovviamente Sean il primo giorno nella nuova scuola conosce uno studente che ovviamente ha un auto truccata costosissima e lo porta guarda caso ad assistere ad una corsa clandestina.
Ovviamente Sean pesta i piedi al bullo soprannominato Drift King per una ragazza, e da lì incominciano i guai.
Che, ovviamente, alla fine si risolveranno come bere un bicchiere di acqua fresca o driftare in macchina a velocità supersoniche.
Ovviamente Tokyo drift è un film inguardabile.
Quando ho iniziato, non molti giorni fa, a seguire la saga di Fast and furious, certo non avevo aspettative alte in merito.
Ma la speranza che fosse tamarra al punto giusto da farmi dimenticare la qualità c'era tutta, almeno in modo da essere traghettato all'attesissima quinta uscita senza troppo patire: invece, mi sono ritrovato invischiato in un primo capitolo assolutamente fuori tempo massimo e in un secondo che era una versione certo con meno pretese ma ugualmente in minore della pellicola precedente.
Per giungere, infine, a Tokyo drift.
Il terzo capitolo della saga - e il più slegato dai personaggi principali della stessa - conta un seguito in realtà vastissimo, e ricordo, ai tempi della sua uscita, folle di ragazzini in coda in sala e schiere intere di colleghi completamente stregati dall'avventura in terra nipponica di Sean Boswell.
Inutile dire che questo prevedeva - almeno ai miei occhi - una cosa almeno paragonabile al confronto Toretto/O'Conner per giustificare un tale entusiasmo, pur se in un gruppo di male assortiti aspiranti tamarri molto, molto poco avvezzi al Cinema.
Invece, Tokyo drift è una delle schifezze più colossali in cui sia incappato quest'anno: buchi di logica e di narrazione da far invidia al peggiore degli horror immaginabile, un plot quantomeno ridicolo, personaggi ed interpreti inqualificabili - ma davvero è stata pagata della gente per realizzare questa roba!? Gli unici giustificati a battere cassa paiono essere i piloti! -, tensione zero, coinvolgimento sotto zero e per finire esaltazione da azione adrenalinica tipica da pellicola di genere praticamente ibernata.
Uniche scosse - se così vogliamo chiamarle - di quest'esperienza visiva spero irripetibile di questa prima metà del 2011 il tentativo di trasformare il rapporto tra Sean e Han in una sorta di amicizia virile in stile John Woo ed il ritorno a sorpresa, in chiusura, di Dom Toretto, aggancio all'allora già annunciato quarto capitolo Solo parti originali.
Davvero troppo, troppo poco anche per un film con nessuna pretesa.
In quest'ambito, gli anni ottanta rimangono assolutamente, inesorabilmente insuperati.
MrFord
"I wonder if you know,
how they live in Tokyo,
if you seen it then you mean it
then you know you have to go.
Fast and furious! (Kitaa!) (Drift, Drift, Drift)
Fast and furious! (Kitaa!) (Drift, Drift, Drift)"
Teriyaki Boyz - "Tokyo drift" -
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