Regia: David O. Russel
La vera storia di Mickey Ward, pugile privo di grande talento ma duro come una roccia, che nonostante le fratture alle mani, procurategli da un poliziotto, riesce a diventare campione del mondo.
Mickey, vive con la numerosa famiglia a Lowell, Massachusetts, dove il fratellastro Dickie (C. Bale) ex pugile di buon livello, ora schiavo del crack, è una leggenda (locale) della boxe.
Dickie e la madre Alice (M. Leo) sono anche, rispettivamente, allenatore e manager di Mickey.
I due non riescono nei loro ruoli, in quanto spesso mandano allo sbaraglio contro avversari impossibili il giovane Mickey, al solo scopo di racimolare qualche dollaro.
Strana storia quella di David O. Russel, regista di talento che era inspiegabilmente scomparso dalle scene dopo il validoThree Kings (1999).
C'è chi insinua che il suo non sia stato un esilio volontario, ma piuttosto che abbia pagato le furiose liti con Christopher Nolan e George Clooney, esilio che ha avuto fine quando Mark Wahlberg (protagonista e produttore del film) lo ha chiamato per dirigere questo The Fighter.
Il cinquantaduenne regista non delude e dimostra di conoscere il mestiere, dirigendo con mano sicura un film carico di retorica, come ovvio per un film sulla boxe e dalla consueta trama con discesa all'inferno e risalita verso la gloria del pugile
Grande merito del regista è quello di far emergere l'ignoranza, lo squallore, l'emarginazione di quell'America che raramente vediamo rappresentata sugli schermi in maniera cosi realistica.
Premio Oscar come migliori attori non protagonisti per Christian Bale e per la tostissima Melissa Leo che qualche tempo fa avevamo segnalato per l'ottima intrpretazione in Frozen River.