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The Final Girls (di Todd Strauss-Schulson, 2015)
Creato il 06 novembre 2015 da Frank_romantico @Combinazione_CMi dispiace sempre guardare un film carico di aspettative e poi ritrovarmi deluso come un bambino che si aspetta un certo regalo a Natale e poi nel grande pacco colorato sotto l'albero ci trova tutt'altro. E badate bene, non sto dicendo che il film che ho trovato nel mio pacco sia brutto bensì che, semplicemente, non era il film che mi aspettavo. Questo The Final Girls che già dal titolo mi aveva colpito, per non parlare poi di come ne avevano parlato gli altri blogger (in coda al post trovare qualche link interessante che vi darà una visione del film diversa dalla mia) tanto da spingermi alla visione non appena una serata di queste si fosse rivelata propizia.
La serata propizia poi è arrivata, ma non è stata ugualmente fortunata, perché a me The Final Girls non è piaciuto come mi sarei aspettato e mi sento quasi in colpa a dirlo, perché credo di essere l'unico, avendo letto in giro di slasher definitivo o di uno dei migliori horror dell'anno. Horror in senso lato, perché quella di Todd Strauss-Schulson è una horror-comedy ma, soprattutto, una riflessione su un genere che dal 1978 non è mai passato di moda. Che poi, in un certo senso, le cose sono un po' più complicate di così: già il titolo fa riferimento ad una figura cinematografica che va al di là del genere slasher o dell'horror e che, con il passare del tempo, è stata standardizzata. Il film riflette quindi su questo non-ruolo iconico prendendo in giro il concetto stesso di final girl e sviscerandolo mettendone alla berlina i meccanismi. Cosa interessantissima e riuscitissima che approfondisce quanto fatto qualche anno fa con quella perla di Quella Casa nel Bosco.
Max è una liceale che, il giorno del terzo anniversario della morte di sua madre, si reca con i suoi amici ad una proiezione commemorativa della saga anni '80 Camp Bloodbath, in cui sua madre stessa aveva recitato. In seguito ad un incidente, Max e company vengono misteriosamente trasportati all'interno del film e dovranno far di tutto per tornare alla realtà.
The Final Girls è un film che vive di citazioni mai fini a loro stesse, partendo come un Demoni di Lamberto Bava per divenire poi un Demoni 2 al contrario, un po' Pleasantville (per fare un esempio non-horror), e dando luogo a un boot infinito da cui è possibile uscire solo portando a termine la missione basilare di ogni slasher che si rispetti: sopravvivere. Slasher nel più classico dei sensi, con riferimenti continui al classico dei classici anni '80 Venerdì 13 passando per tutti quei film ambientati in campeggi e campi estivi, l'Hatchet di Adam Green (il mostro deforme che vive in una casetta sperduta), Non Aprite Quella Porta o La Casa (la citazione reiterata della motosega) e persino Scream con tutti quei riferimenti costanti alle dinamiche dei film horror. Allo stesso tempo il film prende in giro quel cinema di serie z fatto di battute scritte malissimo, personaggi macchiette, stereotipi e dinamiche prevedibili, il classico atteggiamento sessuofobo e il poco impegno che sceneggiatori e registi ci mettevano nel dar corpo a storie spesso inesistenti. Lo slasher (e l'horror in generale) che poteva fare a meno di una trama in nome di bassa macelleria e sesso a buon mercato. Ecco, Todd Strauss-Schulson ma soprattutto i due sceneggiatori M.A. Fortin e Joshua John Miller tratteggiano una panoramica acutissima di un'industria che spesso ha dato vita a vere e proprie schifezze divenute inaspettatamente cult generazionali, ma di cui persino attori e autori hanno provato vergogna. E lo fanno con estrema intelligenza, mescolando commedia, orrore e veri e propri episodi comici che funzionano benissimo nell'insieme.
Ma allora perché a me il film non è piaciuto? Non mi è piaciuto il tentativo di dare una connotazione emozionale ad un film che avrei preferito fosse rimasto cerebrale. Perché, proprio nel tentativo di evitare il nulla cosmico e divenire classica eccezione alla regola, The Final Girls è basato su una storia che a me ha annoiato dall'inizio alla fine. Parlo proprio di quello che è il motore dell'intera vicenda: la tragica storia figlia/madre con cui il film si apre e che ne diverrà colonna portante ma assolutamente meno interessante. Non tanto per la storia in se quanto per il modo banale con cui viene raccontata, stucchevole in determinati momenti. Ovviamente parlo a titolo personale, ma il rapporto tra Max e sua madre Amanda sdoppiata nella figura/personaggio di Nancy non mi ha né emozionato né intrigato. L'ho trovato invece mal gestito e fuori luogo. Avrei preferito forse che tutto fosse restato su livelli di goliardica presa in giro o di quell'intelligente analisi di genere che The Final Girls porta avanti fino al prevedibile ma comunque geniale (non) finale. Una miniera di buone trovate, di idee interessanti e di divertimento intelligente, a partire dal finto trailer in stile grindhouse per arrivare al meta-cinema consapevole in cui vivono prima i protagonisti, poi tutti i personaggi. Ad esempio la trovata dei flashback è quanto di più bello mi sia capitato di vedere in un film del genere. Per non parlare del comparto tecnico (la fotografia e l'uso del sonoro su tutti) completamente subordinati al tipo di film.
Davvero, alla fine mi è dispiaciuto che The Final Girls si sia rivelato, per me, una mezza delusione,. Resta comunque il pregio di un'ulteriore riflessione sull'horror, un po' di gradini sotto i già citati Quella Casa nel Bosco e Scream che restano i veri capolavori di questo tipo di cinema, lontano anche da quel Cabin Fever che è piaciuto solo a me e che forse prima di altri aveva tentato la strada del cinema che riflette su se stesso.
Ah, Taissa Farmiga è inguardabile, ma io non la sopporto proprio.
Bollalmanacco
Ilgiornodeglizombi
Le maratone di un bradipo cinefilo
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