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The first time

Creato il 22 marzo 2013 da Ildormiglione @ildormiglione

The first time

Un film dal titolo “The first time“, non può che lasciar pensare ad una commediuola stupida e facilmente intuibile, che a malapena riesce a regalare un paio di momenti divertenti con battute sconce e con un camion di doppi sensi inutili. C’è da rimanere sorpresi quindi nel trovarsi davanti ad un film che parla di amore giovanile, e lo fa in maniera piuttosto scontata ma fresca e genuina, senza l’utilizzo di ironia a buon mercato. La storia è quella di due ragazzi delusi dai rispettivi amori: lui (Dylan O’Brien) è innamorato di una ragazza che invece lo “vede” come amico (che cliché!), mentre lei è fidanzata con un bel ragazzo che tuttavia non sembra capirla (che cliché!). Una sera si incontrano ed iniziano a parlare. Ed è proprio questo costante parlare che rende il film decisamente godibile. Parole e parole, grossi dialoghi e poi ancora parole. E’ come se qualcuno stesse leggendo un romanzo ad alta voce, e per una volta il cinema decide di far parlare i protagonisti e non le immagini al posto loro. Potrebbe apparire una scelta semplice, ma in tempi come questi, perlomeno è originale e diretto. Nonostante il film si basi su una vagonata di cliché, ed è apprezzabile che il film faccia autoironia da questo punto di vista quando la protagonista, un’incantevole Brittany Robertson, dice “Non vogliamo mica essere un cliché. Quelli che pensano ‘ragazzini con gli ormoni in subbuglio che non si sanno controllare’, beh si sbagliano!“, c’è da riconoscere una certa caratterizzazione dei personaggi attraverso le parole. Il film, che ricorda “Nick & Norah: tutto accadde in una notte” per la tipologia di situazione, nonostante sia probabilmente meno curato a livello di contestualizzazione, ci racconta/ricorda la fatidica “prima volta” (direi piuttosto intuibile dal titolo) per questa coppia di giovani che nel giro di due notti si innamorano e fanno per la prima volta l’amore. Qui potrebbero partire i soliti discorsi sul realismo della situazione, su quanto la prima volta nel cinema venga vista o come un disastro universale o come il momento più bello della vita, su come sia possibile che nel cinema i due ragazzi ancora vergini siano probabilmente i più “fighi” mai visti e non due esseri normali come lo spettatore medio ecc. Però questo è il cinema e questo è “The first time“, che sceglie la visione disastrosa e racconta del trauma della prima volta, di quanto si sia impacciati ed imbranati, senza tuttavia soffermarcisi troppo. Ma la verità è che questo è solo un momento, una fase necessaria, per parlare della speranza di un amore giovanile. Chi dice che due giovani non possano amarsi sinceramente? Dove sta scritto che l’amore è solo roba da adulti? E’ qui che il film compie un passo deciso e supera di gran lunga pellicole ansiogene sulla verginità e sul sesso. Perchè, nonostante il titolo, il film racconta soprattutto di come imparare a conoscersi, di come sentirsi liberi quando ci si innamora, di come si capisce quando si è davvero innamorati, delle contraddizioni dell’amore e tutto il polpettone romantico per eccellenza.

Due discreti interpreti, due personaggi forse un tantino forzati, alcune situazioni ben scritte ed altre forse un po’ forzate. Questo è “The first time“, un film che poteva ma non è, una pellicola che rischiava di divenire un cult se solo avesse rischiato e non fosse rimasto intrappolato nella ragnatela dei cliché adolescenziali. Chissà se qualcuno in questa storia si è rivisto oppure no. Certo è che se visto in compagnia questo film vi farà chiedere al vostro vicino “ma la tua prima volta come è stata?“. O forse vi darà un’idea di cosa significa innamorarsi. Ai posteri l’ardua sentenza.

Voto 5,5/10



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