Chi ben comincia... è a metà dell'opera?
Circa.
Dopo un sorprendente pilot che per la prima volta mi aveva fatto scrivere a caldo su una serie tv visto l'entusiasmo e l'adrenalina ancora in corpo, i toni per The following hanno subito un lento ma inesorabile calo.
La lotta tra bene e male, tra Ryan Hardy e Joe Carroll che scorre via come tra le pagine di un romanzo, pecca infatti nella lunga durata data alla stagione. Nei 15 episodi si assiste così a una serie di colpi che non sempre lasciano a sorpresa e con cambi di trama non poi così efficaci.
La prima parte che si concentra sul rapimento del figlio Joey appare più unita e corposa, unità e corposità che si andranno a perdere nella seconda parte ambientata per lo più nella casa/comune di Joe dove gli episodi proseguiranno con l'unico scopo di veder crollare l'eroe Ryan e lasceranno da parte anche immagini/icona degne di un horror viste in precedenza. I due protagonisti hanno comunque le spalle coperte interpretati come sono dai grandi e affascinanti Kevin Bacon e James Purefoy (con il suo bell'accento inglese), e nonostante alcuni cliché forse evitabili (vedi la sequela di morti di cui la vita dell'agente dell'FBI è infestata) reggono il gioco grazie al loro carisma e la graniticità dei loro caratteri. Anche i personaggi secondari non sono da meno, anche se l'ago della bilancia pende più verso i cattivi, su tutti un merito va all'inquietante Emma/Valorie Curry capace di fragilità e devozione come pochi adepti della setta.
A farne le spese in questo scontro è però l'FBI che più e più volte viene presa per i fondelli da giovincelli deviati mentali. Va bene far evadere Joe una volta, la seconda sarebbe già troppo, lasciar a un serial killer numerose e ripetute visite, non trovare una comunità di una trentina e più di ragazzi che vive isolata in un paesello dopo un po' appare veramente poco credibile visti i mezzi tecnologici a disposizione e la sicurezza americana sotto il loro controllo.
Nonostante tutti questi difetti la serie si lascia vedere senza troppe pretese, il prodotto USA è infatti ben girato senza eccellere in qualche lato tecnico particolare se non nella colonna sonora, sempre azzeccata.
I colpi di scena non mancano e nemmeno quelli al cardiopalma con sequenze terrorifiche che raggiungono l'apice nel prefinale.
Arrivati al finale, però, nuovi dubbi sorgono. La seconda stagione è infatti già confermata e senza spoilerare troppo ci si chiede cosa potrà mai succedere, chi sarà il cattivo, chi sopravviverà o resusciterà ora, creando inevitabili e ulteriori abbassamenti di tono.
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