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Non sono solito parlare di serie televisive su questo blog, ma mi piace l'idea di esplorare argomenti diversi... Anche perché mi sono reso conto, recentemente, che la maggior parte delle cose che guardo in tv sono, appunto, le serie tv.
Sì perché grazie alla mia Carta Cinema 3 vado al cinema quasi una volta a settimana a prezzi accessibili (una volta ci andavo addirittura gratis), poi non possiedo Sky né Mediaset Premium, quindi i film decenti in tv scarseggiano... Va da sé che io scaric... "reperisco" serie tv che mi interessano e me le guardo attaccando il mio HD esterno da 1TB alla tv e tanti saluti a tutti.
Ed è così che ho visto Game of Thrones, che mi piace moltissimo, Arrow, che è mediocre ma parla di supereroi, Agents of SHIELD che non è malaccio, Under the Dome che mi ha fatto smadonnare, The Walking Dead che mi ha preso moltissimo... E così via.
Ma allora, potreste dire voi, perché parlare proprio di The Following quando ci sono tutte queste altre serie? Semplice: primo, perché la serie mi è piaciuta moltissimo. Secondo, perché di GoT e Arrow e dello SHIELD ne parlano in parecchi, soprattutto sui blog che seguo (e che trovate nella colonna a destra), mentre invece The Following ancora non se la fila nessuno. E quindi ci penso io.
Dunque, dicevo, The Following.
La storia è semplice: Joe Carroll (James Purefoy) è un serial killer che, dopo aver ucciso diverse giovani donne, viene arrestato da Ryan Hardy (Kevin Bacon), agente della FBI che, nell'arresto, rimedia una bella pugnalata al cuore che lo costringe a vivere con un pacemaker.
La serie inizia con l'evasione di Carroll dal carcere in cui è rinchiuso, e con il bureau che richiama in servizio Hardy (che, dopo essersi ritirato dal servizio, è un uomo solitario e con problemi di alcolismo) per replicare l'impresa: catturare Carroll prima che mieta altre vittime. Del resto Hardy è un esperto, è stato lui a scoprire che il filo conduttore degli omicidi perpetrati da Carroll era la poetica di Edgar Allan Poe (Joe Carroll era un colto e affascinante professore di letteratura), e ha scritto anche un libro su di lui: The Poetry of a Killer.
A questo punto del primo episodio, una domanda si affacciava prepotentemente nella mia testa: Ma che è l'ennesimo C.S.I. con l'eterna lotta tra serial killer e FBI?! Ed ero pronto a spegnere la tv e passare ad altro. Sapete, non sopporto granché quel tipo di serie...
E invece no!
Tutto si chiarisce (a partire dal titolo della serie) quando il vero problema si rivela: durante i nove anni di carcere, grazie alle visite in prigione e ai social network*, Carroll è riuscito a creare una vera e propria setta, che si regge sul culto della sua persona.
Quindi in pratica Ryan Hardy e i suoi si trovano ad affrontare una miriade di potenziali serial killer, inseriti in ogni ramo della società, moltissimi insospettabili, a ciascuno dei quali è affidato un compito particolare da svolgere in un determinato momento... Sono i follower di Joe, appunto.
Non vado avanti con la trama, altrimenti gli spoiler saranno eccessivi... Vi basti sapere che già dalla prima puntata la serie mi ha catturato alla grande!
Indubbiamente il punto di forza della serie è il personaggio di Purefoy, quel Joe Carroll che risulta estremamente affascinante... E tra l'altro non si tratta di quel fascino "coatto" che, per esempio, porta i giovani a "fare il tifo" per la gente della banda della Magliana in Romanzo Criminale.** No, si tratta di quel sano fascino per il cattivo, anche se rimani perfettamente cosciente che quello è cattivo, e tu fai il tifo per i "buoni". Un fascino alla Sephiroth, per chi ama FFVII e mi capisce.
Anche il ritmo della serie è notevole, e anche lo spessore dei comprimari (sia dal punto di vista di personaggi che degli attori che li interpretano) è buono, nonostante la cosa valga più per i "cattivi" che non per i "buoni", in una serie in cui a volte gli agenti dell'FBI sembrano veramente cretini.
In finale, The Following è una serie tv di altissimo livello, che ho seguito con piacere fino all'ultimo episodio della prima stagione. E' in corso la seconda stagione, che però non ho ancora iniziato a vedere... E chissà che non mi venga in mente di proporre qui sul blog dei "report" dei singoli episodi, come fa da tempo Germano "Hell" Greco sul suo blog.***
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* No, tranquilli, non c'è nessun accenno ad una critica sociale tipo "Ecco! Guardate cosa possono fare i social network! Facebook è il demonio!" Neanche velatamente.
** Poi un giorno ci farò un post, su questa storia che i "nuovi miti" spesso siano dei maledetti criminali da due soldi, presentati come grandi eroi da romanzi, cinema e tv... E tanto lo so che finirò per litigare con qualcuno.
*** Spero che questo non venga interpretato come una "copia", bensì come quello che in effetti è: il desiderio di replicare un format di post che io stesso trovo interessante. Ho preferito specificarlo perché spesso i blogger (specie quelli con un certo seguito) hanno la sventura di imbattersi in gente che ne "ruba" i contenuti spacciandoli come propri, o comunque non citando la fonte originaria. Non voglio mischiarmi con questa gente.
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